Politica economica

Il governo vuole rilanciare il Sud con le Zes. Ecco come funzionano

Nel Decreto legge per il Sud si parla di Zes, le zone economiche speciali con cui il governo vuole rilanciare l’economia del mezzogiorno. Ecco cosa sono e come funzionano

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Il governo sta lavorando al Decreto legge per il Sud, il cui nome per esteso è “Rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno” e fa capolino l’ipotesi di una Zes unica per tutto il Sud.

Zes è acronimo di Zona economica speciale, concetto nato con il Decreto legge 91/2017 e che oggi è stato applicato otto volte, creando delle zone geografiche al cui interno le aziende possono contare su vantaggi fiscali e semplificazioni. Le Zes esistenti a oggi sono:

  • Abruzzo
  • Calabria
  • Campania
  • Ionica interregionale Puglia-Basilicata
  • Adriatica interregionale Puglia-Molise
  • Sardegna
  • Sicilia orientale
  • Sicilia occidentale

Il governo vuole però creare una sola Zes, andando così a premiare le aziende già presenti sul territorio e quelle che intenderanno insediarcisi in futuro.

Cosa sono le Zes

Una Zes è una zona geografica stabilita e riconoscibile al cui interno vigono procedure semplificate e regimi fiscali meno pressanti. Al momento le cifre e le percentuali non sono note, perché il governo sta lavorando al Decreto che verrà discusso il 7 settembre. Ciò che conta è la filosofia di fondo, concepita per dare a tutto il Meridione la medesima possibilità di crescita, senza privilegiare secondo logiche alterne le aree selezionate, così come avviene oggi.

Dal primo gennaio del 2024 tutte le otto Zes verranno accorpate e verrà istituita una cabina di regia presieduta dal ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, affiancata dai presidenti delle regioni coinvolte. Una cabina che opererà senza compensi e a cui spetterà il compito di ottimizzare gli sforzi e supervisionare i vantaggi che le Zes comportano.

I vantaggi attesi dalle Zes

Qualsiasi attività economica presente nel Mezzogiorno viene considerata al pari di un progetto di pubblica utilità. L’avvio di nuove iniziative imprenditoriali diventa soggetta a un’autorizzazione unica che snellisce gli obblighi burocratici e i tempi necessari, riducendoli in modo più che sensibile.

Come detto, mancano i numeri nel dettaglio ma, per le imprese che investiranno in beni strumentali sono previsti crediti di imposta e altri sconti fiscali al cui proposito il governo intende stanziare in totale 4,5 miliardi di euro (1,5 miliardi l’anno per il 2024, il 2025 e il 2026).

Saranno ammessi ai rimborsi fiscali gli investimenti compresi tra i 200mila euro e i 100 milioni di euro.

La Zes per il Sud dovrebbe essere attiva dal 2024 al 2034, un periodo da considerare sperimentale che verrà rivisto ogni tre anni per valutarne i vantaggi e decidere eventuali nuovi stanziamenti di fondi.

Le altre misure per il Sud

Nel Decreto legge per il Sud trovano spazio altre misure, a cominciare dalla necessità di aumentare la capacità amministrativa, motivo per il quale – a partire dal mese di gennaio del 2024 – gli enti locali potranno assumere 2.200 persone.

Assunzioni destinate a Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Non da ultimo, il governo intende stanziare aiuti per 30 milioni di euro da destinare a Caivano e altri 45 milioni per Lampedusa.

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