Politica economica

Giorgetti: "Def meno preoccupante con lo stop al Superbonus"

Il ministro Giorgetti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato per spiegare come sarà disegnata la traiettoria discendente di deficit e debito in base alla revisione del Patto di stabilità

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Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà ascoltato il 3 aprile dalle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla riforma della programmazione finanziaria e di bilancio alla luce delle nuove regole europee di governance economica. Si tratta di un passaggio essenzialmente tecnico durante il quale il ministro spiegherà come sarà disegnata la traiettoria discendente di deficit e debito in base alla revisione del Patto di stabilità. L’avvio della procedura di infrazione è stata rinviata all’estate, dopo le elezioni europee di giugno. In base a quelle indicazioni dovranno poi essere disegnati i correttivi della Nadef e della manovra (taglio dello 0,5% del deficit con un successivo intervento sul debito).
Ne consegue che il Def, atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana, sarà un documento sostanzialmente interlocutorio ma che darà la misura dello stato di salute della nostra economia. Il Pil è atteso in crescita dell’1%, un po’ meno dell’1,2% della Nadef 2023 e un po’ più delle previsioni di Bankitalia, Fmi e Ocse. Anche se poco il Paese continua a crescere e dovrebbe fare meglio dei suoi principali concorrenti, cioè Francia e Germania. L’indice Pmi della manifattura in Italia si è riportato a marzo sopra quota 50 a 50,4, segnalando che è in atto una fase di espansione. Nel resto dell’Eurozona l’indicatore è ancora in fase di contrazione. «La vera ragione per essere ottimisti - spiega una fonte del tesoro - deriva dagli effetti del decreto Superbonus varato la scorsa settimana». Con il blocco di sconti in fattura e cessioni del credito, una volta saldati i conti del 2023, si potrà spalmare su base pluriennale l’ammontare delle detrazioni d’imposta derivanti dai crediti legati alle spese per le ristrutturazioni. In questo modo la differenza tra quanto già certificato (115 miliardi di euro circa) e l’esborso complessivo (stimato tra i 60-70 miliardi) si potrà contabilizzare nell’arco del decennio previsto dalla normativa e non immediatamente. Con una simile impostazione il verdetto di Eurostat sulla modalità di computazione (per cassa come ora o per competenza) potrebbe non essere dirimente. Questa premessa renderebbe più facile confermare l’obiettivo di deficit/Pil 2024 della Nadef, fissato al 4,3% e che ora potrebbe essere ritoccato all’insù di qualche decimale.

Idem per la previsione di un debito al 140,1% del Pil nel 2024. La stima Istat, che ha abbassato il dato 2023 al 137,3%, lascia margine di manovra per contabilizzare i circa 40 miliardi (più o meno 2 punti di Pil) di spesa in più per il Superbonus restando sempre sotto la soglia del 140%

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