Politica estera

Il sequestro in Libia e poi l'arresto: preso il bombarolo della strage di Lockerbie

Abu Agila Masud era ricercato dagli Usa dal 2020, anno in cui è stato riconosciuto come "terzo uomo" libico del comando che ha azionato l'esplosivo sul volo Pan Am 103 che uccise quasi 300 persone nel 1988

Il sequestro in Libia e poi l'arresto: preso il bombarolo della strage di Lockerbie

La strage di Lockerbie è uno di quegli episodi destinati a tornare sempre di attualità quando si parla dei rapporti tra la Libia e l'occidente. È di queste ore la notizia della detenzione in custodia negli Stati Uniti di Abu Agila Masud, uno dei principali sospettati di quell'attentato e dato per rapito in Libia nei mesi scorsi.

La detenzione di Masud

La notizia è stata diffusa dalla Bbc, i cui giornalisti hanno riportato una comunicazione del portavoce del Crown Office and Procurator Fiscal Service scozzese. “Le famiglie delle vittime dell'attentato di Lockerbie – si legge nel documento – sono state informate che il sospetto Abu Agila Mohammad Mas'ud Kheir Al-Marimi è in custodia negli Stati Uniti. I procuratori e la polizia scozzesi, in collaborazione con il governo britannico e i colleghi statunitensi, continueranno a portare avanti le indagini, con l'unico obiettivo di assicurare alla giustizia coloro che hanno agito insieme ad Al-Megrahi”.

Quest'ultimo è stato considerato sempre il principale indiziato dell'attentato ed è morto dieci anni fa nella sua Tripoli. Ha agito però con dei complici, tra questi figurerebbe per l'appunto Abu Agila Masud, accusato di aver materialmente fabbricato l'esplosivo usato nell'attentato. Almeno così si legge nell'incriminazione emanata il 21 dicembre 2020 dal procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr. Da allora Masud era ricercato dalle autorità di Washington. A novembre a Tripoli si è diffusa la notizia che il principale sospettato rimasto in vita per l'attentato di Lockerbie era stato rapito da ignoti miliziani.

Probabilmente uno dei tanti gruppi che controllano la parte occidentale della Libia, in preda al caos dal 2011, anno della morte di Muammar Gheddafi. Il sospetto, trapelato in ambienti diplomatici, è che la milizia che ha rapito Masud ha poi consegnato agli Usa il ricercato. Non sono al momento emersi dettagli infatti circa le dinamiche dell'arresto del cittadino libico.

Un capitolo tragico mai chiuso

La strage di Lockerbie è avvenuta il 21 dicembre 1988 ed è stata attuata con il posizionamento di una bomba nel volo Pan American 103, impegnato nel tragitto tra Francoforte e Detroit. Poco dopo aver lasciato l'aeroporto di Londra Heathrow, dove aveva effettuato il primo scalo intermedio, giunto all'altezza della cittadina scozzese di Lockerbie l'aereo è esploso uccidendo all'istante tutte le 259 persone a bordo.

Si trattava, in particolare, di 243 passeggeri e 16 membri di equipaggio. Oltre a loro, sono morti anche undici cittadini dell'area di Lockerbie, colpiti dai rottami dell'aereo esploso in volo. Delle 270 vittime totali, 189 avevano cittadinanza statunitense. Da qui l'interessamento di Washington nelle indagini, assieme ai procuratori scozzesi.

Le prime inchieste sono state chiuse nel 1991 e hanno accertato il coinvolgimento di cittadini libici nell'organizzazione dell'attentato. Secondo la Casa Bianca, si è trattato di un'azione voluta dal leader libico Muammar Gheddafi in risposta ai raid scatenati dagli Usa contro Tripoli nel 1986. Anche se il rais ha sempre negato, ha comunque protetto fino al 1999 i due principali sospettati: Abd el-Basset Ali al-Megrahi e Lamin Khalifah Fhimah.

In quell'anno, nel contesto del riavvicinamento dei rapporti tra la Libia e l'occidente, Tripoli ha accettato un accordo con gli Usa che prevedeva il trasferimento dei due sospettati nei Paesi Bassi, dove si sarebbe insediata un'apposita corte per giudicare gli accusati. Nel successivo processo, Al Megrahi è stato condannato all'ergastolo, mentre Fhimah è stato assolto.

Nel 2009 un nuovo capitolo della vicenda: il governo scozzese ha accettato di rilasciare Al Megrahi in quanto considerato malato terminale di tumore alla prostata. L'accoglienza a lui riservata una volta arrivato a Tripoli ha generato non poche polemiche a livello internazionale.

La caduta di Gheddafi nel 2011 ha per un momento riaperto il caso, con Washington intenzionata a chiedere alle nuove autorità libiche di consegnare il colpevole. Al Megrahi però è morto a Tripoli a seguito del peggioramento del suo quadro clinico.

Nel 2020 l'incriminazione inflitta al "terzo uomo" accusato della strage di Lockerbie ha aggiunto un nuovo tassello alla storia.

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