Politica estera

Le politiche anti migranti funzionano: cosa succede nel Regno Unito

I dati resi noti dal governo di Londra hanno messo in evidenza un'inversione del trend relativo agli sbarchi lungo il canale della Manica. Un dato che riaccende il dibattito interno sull'immigrazione

Le politiche anti migranti funzionano: cosa succede nel Regno Unito

Dalle parti di Downing Street si parla già di vittoria. A poche settimane dall'annuncio di una nuova importante stretta sui migranti, il governo di Rishi Sunak può infatti presentare agli occhi dell'opinione pubblica britannica il calo di ingressi irregolari nel proprio territorio. In particolare, il numero di sbarchi lungo la sponda inglese del Canale della Manica è diminuito del 17% nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

La nuova norma volta a contrastare gli approdi irregolari, la quale ha generato polemiche interne al parlamento di Londra e ha sollevato le obiezioni di diverse organizzazioni internazionali, non è ancora entrata in vigore. I fautori però, come sottolineato dai media britannici, parlano di successo: secondo diversi esponenti dell'esecutivo di Sunak, l'annuncio stesso della presentazione del nuovo giro di vite avrebbe scoraggiato le partenze.

L'immigrazione lungo la Manica

La rotta anglo-francese dell'immigrazione ha delle peculiarità non certamente secondarie. Si tratta dell'unica in Europa dove le partenze avvengono da un territorio comunitario e sono dirette verso un territorio extra comunitario. Per effetto del referendum sulla Brexit del 2016 e dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, i barconi che salpano dalla Francia si dirigono infatti verso un Paese non più facente parte dell'Unione Europea.

Già in passato la tratta ha suscitato non poche problematiche lungo entrambe le sponde della Manica. Basti pensare alla cosiddetta "giungla di Calais", un grande insediamento abusivo alle porte della cittadina francese formato da migranti in attesa di imbarcarsi verso il Regno Unito. Parigi ha sgomberato l'area nell'ottobre del 2016, da allora il fenomeno migratorio lungo il Canale si è parzialmente ridimensionato. Ma ha assunto di nuovo sembianze allarmanti per Londra a partire dal 2021.

Lo scorso anno si è chiuso con il record di arrivi in territorio britannico. Ben 45mila in totale, numero mai constatato prima dalle autorità inglesi. Per dare l'idea, è poco meno della metà degli arrivi segnalati in Italia nei dodici mesi precedenti, con il nostro Paese però che ha dovuto fare i conti con le rotte libiche e tunisine dell'immigrazione.

Dalla Francia si è partiti in alcuni casi anche con semplici canoe. Due le città di partenza principali: Calais e Boulogne sur Mer. La prima è affacciata direttamente sullo stretto di Dover, l'altra è invece un po' più a sud. Secondo le autorità britanniche, in queste aree del territorio francese hanno preso piede decine di organizzazioni criminali che hanno lucrato sui migranti. Sarebbe stato soprattutto grazie all'apporto dei trafficanti che in migliaia hanno potuto imbarcarsi e arrivare irregolarmente in Gran Bretagna.

La legge voluta da Sunak

Rishi Sunak, poco dopo il suo insediamento a Downing Street, ha promesso provvedimenti per ridimensionare il flusso migratorio irregolare. Oltre al premier, anche il ministro dell'Interno, Suella Braverman, ha premuto per un importante giro di vite volto a frenare gli arrivi. A marzo è stata presentata la legge che punta su tre pilastri principali: il rimpatrio immediato degli irregolari o il trasferimento in Paesi terzi, come ad esempio il Ruanda; il trasferimento in basi militari o in alloggi di fortuna dei miganti oggi in attesa della valutazione della domanda di asilo; il divieto per chi sbarca di chiedere asilo o tutele di base.

La norma è stata criticata da molte organizzazioni umanitarie e dalle Ong. Così come anche dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr). Al momento la Camera dei Comuni sta analizzando la proposta di legge, ma il dato relativo al calo di sbarchi nel primo trimestre sta spingendo il governo a parlare già adesso di successo.

La diminuzione degli ingressi irregolari, secondo gli artefici della legge, potrebbe infatti essere associata all'annuncio della nuova stretta. In poche parole, parlare di immediati provvedimenti contro l'immigrazione irregolare avrebbe scoraggiato in molti a partire e a rivolgersi ai trafficanti. Le polemiche nel Regno Unito sono destinate a proseguire in vista del dibattito in parlamento.

L'esecutivo proverà però a presentare i primi numeri del 2023 come una base su cui lavorare per approvare in tempi rapidi il provvedimento.

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