Politica estera

Il fulcro del piano: la crescita dell'Africa passa da Eni ed Enel

Il gruppo di Descalzi nel continente dagli anni ’50 con petrolio, gas e rinnovabili. Per l’utility di Cattaneo impegni green per 2,5 miliardi

Eni ed Enel sono il fulcro del piano: la crescita dell'Africa passa da loro

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Eni ed Enel sono il fulcro del piano: la crescita dell'Africa passa da loro

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La realizzazione del piano Mattei in Africa passa attraverso due colossi di Stato come Eni ed Enel la cui presenza nel Continente nero è storicamente radicata. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi (foto a sinistra) è presente in Africa dagli anni ’50 e attualmente opera, con circa 3mila dipendenti per la maggior parte autoctoni in 13 Paesi. Oltre metà della produzione e circa metà delle riserve di Eni sono in Africa; circa il 90% del gas prodotto è destinato al mercato locale, per assicurare l’accesso all’energia e contribuire alla crescita economica. Eni è impegnata a migliorare l’accesso all’energia in Africa attraverso un ampio ventaglio di progetti, che spaziano dalla produzione di energia tradizionale a quella rinnovabile, inclusi i biocarburanti.

Il Cane a sei zampe ha investito, tra l’altro, nella creazione di centri di ricerca sulle nuove energie (Oyo in Congo e Solar Lab in Algeria) e su programmi educativi incentrati sul settore energetico nonché sulla riqualificazione delle competenze dei professionisti.

L’Egitto è il paese in cui Eni ha mosso i primi passi in Africa, nel 1953. Nel 2015 Eni ha scoperto nell’offshore egiziano il giacimento di gas supergiant di Zohr. Con l’avvio della produzione nel 2017, l’Egitto è passato da essere importatore di energia a esportatore netto. Il colosso italiano è poi la più importante impresa internazionale in Algeria. Il raddoppio delle forniture di gas algerine sta giocando un ruolo centrale nella sostituzione delle forniture di gas russo. In Kenya, poi, Eni ha avviato un innovativo progetto di produzione di olio vegetale per la bioraffinazione, mentre in Costa d’Avorio è stato scoperto il giacimento giant di Balein. Idem in Congo, il gas che eccede il fabbisogno nazionale viene destinato al progetto Congo Lng, che ha iniziato la produzione nello scorso dicembre e che contribuirà alla diversificazione delle forniture energetiche di tutta l’Europa. Il supergiacimento Coral South in Mozambico è entrato in produzione nel 2022 ed è il primo progetto in acque ultraprofonde (oltre 1.830 metri). In Nigeria con il Green River Project per la diversificazione economica sono stati formati quasi 40mila agricoltori e si è dato supporto a 265 cooperative.

Non è da meno Enel che in Africa dal 2016 a oggi ha investito oltre 2,4 miliardi per 2,1 Gigawatt di solare ed eolico e 400 Megawatt per un impianto a gas. In Sudafrica nel periodo il gruppo guidato dall’ad Flavio Cattaneo (foto a destra) ha investito circa 1,5 miliardi di euro per 1,25 Gigawatt (quasi il 20% di tutta la capacità rinnovabile del Paese). In Marocco è stato sostenuto uno sforzo da 650 milioni di euro per 384 Megawatt a gas (in partnership con l’utility marocchina Onee e Siemens Project Venture) di cui Enel ha avviato la cessione della quota. Previsti inoltre 850 Megawatt eolici, (in partnership con Nareva e Onee) dei quali circa 500 esercizio e altri 300 in funzione da quest’anno. In Algeria è stato stipulato un contratto a lungo termine di importazione gas da Sonatrach (compagnia petrolifera statale algerina) per circa 4 Miliardi di metri cubi l’anno.

In Zambia dal 2019 a oggi sono stati investiti circa 40 milioni di euro per un impianto fotovoltaico.

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