Politica estera

Londra ora vuole rivedere il diritto d'asilo. "Non è sufficiente essere gay o una donna"

Il ministro degli Interni: "La convenzione di Ginevra è assurda". L'ira dell'Arcigay

Londra ora vuole rivedere il diritto d'asilo. "Non è sufficiente essere gay o una donna"

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Londra ora vuole rivedere il diritto d'asilo. "Non è sufficiente essere gay o una donna"

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Di origine indiana, soprannominata «Crudelia» per le sue posizioni sempre più rigide in materia di immigrazione, tanto da finire sulle magliette in vendita nei mercati britannici con la chioma bicolore della più celebre Crudelia De Mon della Carica dei 101, da quando è in carica Suella Braverman non ha mai mancato di denunciare quella che ritiene «un'invasione». E, dopo aver tagliato il budget riservato all'accoglienza, la ministra dell'Interno del governo Sunak ha deciso di lanciare un appello internazionale per demolire la Convenzione di Ginevra. «Così com'è il sistema è assurdo, è insostenibile».

Per lei, se non riformiamo le regole sul diritto d'asilo, sarebbero 780 milioni i rifugiati potenziali. Perché il semplice fatto di essere gay o donna, o temere la discriminazione, spiega Braverman, è quasi automaticamente sufficiente per ottenere tutele. Il principio fondamentale della Convenzione del 1951 è infatti quello del non-refoulement, per cui nessun migrante può essere respinto verso un Paese in cui la propria vita o libertà potrebbero essere minacciate; ormai norma di diritto internazionale consuetudinario. Mentre «Cruella», avvocatessa prima che ministra, sostiene che «essere omosessuale o donna non è ragione sufficiente». E ieri è andata a dirlo negli States, cercando appoggi nell'America di Biden a sua volta alle prese con flussi crescenti di immigrati da Messico e Sudamerica.

Secondo le anticipazioni del suo discorso al think tank conservatore American enterprise institute di Washington, dove si trova in missione per discutere la gestione dell'immigrazione clandestina col Segretario americano per la Sicurezza Interna Mayorkas e il ministro della Giustizia Garland, «Cruella» chiede quindi un cambio globale: tema sollevato pure nella Francia di Macron, che entro l'anno metterà nero su bianco la nuova legge sull'immigrazione, e non può non tener conto dell'idea britannica, visto che Londra e Parigi operano insieme a Calais per smantellare la rete dei passeur. «Nessuna persona che entra nel Regno Unito via mare dalla Francia fugge da un pericolo imminente», sostiene Braverman. «Non sono rifugiati, hanno attraversato svariati Paesi sicuri prima di arrivare in Europa». Nel 2023, oltre 24 mila persone. La Perfida Albione prevede di deportarli in paesi terzi come il Ruanda; progetto ostacolato però dai giudici. La ministra a Washington dice quindi che spetta ai leader politici chiedersi «se la Convenzione e il modo in cui è stata interpretata dai tribunali sono adatti ai nostri tempi moderni, o se ha bisogno di essere riformata».

Le anticipazioni del j'accuse sono comparse ieri sulla stampa d'Oltremanica, facendo discutere non poco i partiti britannici. Il passaggio sugli Lbgt+ ha attirato l'attenzione anche del segretario generale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, secondo cui Braverman mette in discussione un principio sancito da tutte le Convenzioni e le Carte Onu. Per Piazzoni, sono «dichiarazioni preoccupanti».

Ma se pure la ministra ammette che dopo la Seconda guerra mondiale quel trattato «fu un risultato incredibile», leggendo le motivazioni dei richiedenti, si è convinta che «incentivi l'immigrazione illegale».

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