Politica estera

"Pronta a invadere Taiwan nel 2027". La profezia Usa sui piani della Cina

Secondo il comandante uscente dello Us Indo-Pacific Command, la corsa agli armamenti dell'esercito di Pechino è la più grande mai vista dalla fine della Seconda guerra mondiale e gli garantirà la potenza necessaria ad invadere l'isola entro il 2027

"Pronta a invadere Taiwan nel 2027". La profezia Usa sui piani della Cina

Ascolta ora: ""Pronta a invadere Taiwan nel 2027". La profezia Usa sui piani della Cina"

"Pronta a invadere Taiwan nel 2027". La profezia Usa sui piani della Cina

00:00 / 00:00
100 %

La Cina potrebbe essere pronta ad invadere Taiwan nel giro dei prossimi tre anni. Ne sono convinti gli Stati Uniti, secondo i quali le forze armate della Repubblica popolare avranno un armamentario e una potenza sufficiente a poter annettere con la forza l’isola entro il 2027, mettendo fine all’indipendenza di quella che ha Pechino viene considerata come una “provincia ribelle”.

Tutte le indicazioni puntano ad un esercito cinesi in grado di rispondere alla direttiva del presidente Xi Jinping di essere pronto ad invadere Taiwan”, ha affermato l’ammiraglio americano John Aquilino in un’audizione di fronte alla Commissione difesa della Camera, durante la quale ha sottolineato come la corsa agli armamenti cinese sia la più ampia mai vista dai tempi della Secondo guerra mondiale. “Inoltre, le azioni dell'esercito popolare cinese indicano la loro capacità di rispettare il calendario indicato da Xi per la riunificazione di Tawian alla Cina con la forza se verrà ordinato", ha aggiunto l’alto ufficiale, comandante uscente dell’Us Indo-Pacific Command. Aquilino si è però detto convinto del fatto che Pechino punti ancora ad un’assimilazione pacifica dell’isola, nonostante stia raggiungendo velocemente la capacità per invaderla.

L’opinione dell’ammiraglio è condivisa anche dall’assistente segretario alla Difesa Ely Ratner, secondo cui la minaccia di un conflitto tra Usa e Cina “non è immediata inevitabile”. Il Pentagono, però, deve fare rapidamente la sua parte e favorire la strada della de-escalation perché, stando a quando affermato da Aquilino, dei tre Paesi che costituiscono la principale preoccupazione per Washington nella regione (Cina, Russia, Corea del Nord), la Repubblica popolare è l’unica “che ha le capacità e l’intento di sovvertire l’ordine internazionale”.

Nonostante le rassicurazioni dei funzionari degli Stati Uniti, il braccio di mare che separa Taiwan dalla superpotenza asiatica rimane un’area di tensioni crescenti. Nella giornata del 21 marzo, Pechino ha inviato 32 aerei da combattimento e 5 navi attorno all’isola, la seconda “incursione” più grande effettuata dalle forze armate cinesi dall’inizio del 2024.

La pressione della Repubblica popolare su Taipei è andata costantemente aumentando dalle elezioni presidenziali del gennaio scorso, vinte dal candidato indipendentista William Lai, e la conferma da parte del ministro della Difesa taiwanese della presenza stabile di unità delle forze speciali statunitensi sull’isola non ha contribuito ad abbassare la temperatura di acque che, nel prossimo futuro, potrebbero farsi incandescenti.

Commenti