Politica estera

La Palestina non diventa membro a pieno titolo dell'Onu: gli Usa impongono il veto

La decisione di Washington era già stata annunciata diverse ore prima dal portavoce del Dipartimento di Stato. Rappresentante palestinese: "La piena adesione sarebbe un passo importante per la pace"

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La Palestina non è diventata un membro a pieno titolo dell'Onu. Gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione proposta al Consiglio di sicurezza giovedì 18 febbraio. La loro decisione era già stata annunciata dal portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel. "Gli Stati Uniti sono stati molto chiari, in modo coerente, sul fatto che azioni premature a New York, anche con le migliori intenzioni, non garantiranno lo status di Stato per il popolo palestinese", ha affermato. "Il percorso più rapido verso la statualità del popolo palestinese sia attraverso negoziati diretti tra Israele e l'Autorità Palestinese con il sostegno degli Stati Uniti e di altri partner che condividono questo obiettivo".

La brevissima bozza presentata dall'Algeria "raccomandava all'Assemblea generale che lo Stato di Palestina sia ammesso come membro dell'Onu". Per ottenere questo status, la risoluzione avrebbe dovuto ottenere la raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza con nove sì e nessun veto, per poi essere approvata dalla plenaria a maggioranza di due terzi. Alla prova del voto, il testo ha totalizzato dodici pareri favorevoli, due astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti. La Palestina è già stata riconosciuta da 140 Paesi, quindi se la risoluzione fosse arrivata all'Assemblea generale non sarebbe stato necessario un'ulteriore consultazione.

Prima del voto, il rappresentante palestinese presso le Nazioni Unite Ziad Abi Amr ha definito la proposta contenuta nella risoluzione come "un pilastro importante per raggiungere la pace perché il conflitto israelo-palestinese ora va oltre il confine tra Palestina e Israele e ha un impatto su altre aree del Medio Oriente e del mondo". Il diplomatico ha anche affermato che coloro che "cercano di ostacolare l’adozione di tale risoluzione non aiutano la prospettiva della pace". Secondo il vice ambasciatore statunitense all'Onu Robert Wood, l'adesione dei territori palestinesi all'organizzazione "deve essere il risultato dei negoziati tra Israele e palestinesi" e che tutto ciò che si frappone a questo processo "rende più difficile lo svolgimento di tali negoziati". La medesima opinione è stata espressa anche dalla delegazione di Tel Aviv.

La risoluzione aveva suscitato enormi aspettative nella comunità internazionale. I capi della diplomazia di Spagna, Iran, Algeria, Giordania, Malta, Brasile, Bolivia e Colombia si sono recati a New York, assieme ai rappresentanti di altri sessanta Paesi, per esprimere il proprio sostegno alla petizione palestinese. Durante il dibattito, il ministro degli Esteri di Madrid ha annunciato il riconoscimento unilaterale della Palestina da parte della sua nazione in favore della soluzione dei due Stati. "Il popolo palestinese deve avere il suo posto nelle Nazioni Unite e uno Stato proprio", ha scritto in un post su X. "Anche il luogo e l'esistenza di Israele deve essere riconosciuto da parte di coloro che ancora non lo hanno fatto.

È di giustizia per la Palestina, è la migliore garanzia di sicurezza per Israele, Per ottenere la pace nella regione".

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