Politica estera

La provocazione di Trump: "Putin attacchi i Paesi che non pagano". La Nato: "Truppe Usa a rischio"

L'ex presidente degli Stati Uniti dichiara in un comizio di non voler aiutare i Paesi membri dell'Alleanza atlantica che spendono meno del 2% del Pil per la difesa, affermando inoltre che incoraggerà Putin a fare quello che vuole

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Trump choc: "La Russia attacchi la Nato"

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Torna a spararla grossa Donald Trump. Lo fa battendo su uno dei suoi cavalli di battaglia, la necessità che i membri della Nato spendano il 2% del loro Pil per la difesa, dichiarando che non esiterebbe ad “incoraggiare” la Russia ad attaccare i Paesi che non adempiono ai loro obblighi finanziari. Il tycoon ha lanciato l’ultima provocazione ad un comizio a Conway nella South Carolina, raccontando un aneddoto relativo ad una riunione dell'Alleanza atlantica avvenuta durante la sua presidenza. In tale occasione Trump rivela di aver detto ad un altro capo di Stato che, con lui al comando, l’America non avrebbe difeso nessun Paese considerato “delinquente”.

Secondo la versione fornita dallo stesso ex presidente, uno dei leader presenti al vertice Nato avrebbe chiesto preoccupato come si sarebbero comportati gli Stati Uniti in caso di un attacco da parte di Mosca ad una nazione "inadempiente". “Non paghi, sei un delinquente. Nessuno ti proteggerebbe. Anzi, li incoraggerei a fare quel diavolo che vogliono. Devi pagare. Devi pagare i tuoi conti”, questa la raggelante risposta di Trump.

La replica alle affermazioni del candidato repubblicano alla presidenza Usa è affidata direttamente a Jens Stoltenberg, il segretario generale del Patto atlantico. "La Nato – osserva l'ex primo ministro norvegese alla guida della Nato dal 2014 – resta pronta e in grado di difendere tutti gli alleati, ogni attacco alla Nato avrà una risposta forte e unita". "Qualsiasi – si legge in una nota – affermazione secondo cui gli alleati non si difenderanno a vicenda mina tutta la nostra sicurezza, compresa quella degli Stati Uniti - ha detto Stoltenberg in una nota - e mette ancora di più a rischio i soldati americani ed europei. Mi aspetto che, indipendentemente da chi vincerà le elezioni presidenziali, gli Stati Uniti restino un alleato della Nato forte e impegnato".

La picconata del miliardario all’impegno di difesa collettiva previsto dall'articolo 5 della Nato è stata prontamente commentata dall’amministrazione democratica sollevata di poter distogliere l’attenzione dei media dai crescenti dubbi sull’idoneità mentale di Joe Biden e di poter ricordare la posta in gioco alle elezioni del prossimo novembre. Andrew Bates, portavoce della Casa Bianca ha affermato che "incoraggiare l'invasione dei nostri alleati più stretti da parte di regimi assassini è spaventoso e folle e danneggia la nostra sicurezza nazionale, la stabilità globale e la nostra economia".

Le affermazioni dell’ex presidente alimentano le preoccupazioni delle cancellerie di molti Paesi occidentali sempre più rassegnate alla possibilità di un suo secondo mandato. La sostanza del messaggio lanciato da Trump non sorprende però più di tanto. Poche settimane fa in un altro evento della campagna elettorale il tycoon ha ribadito di non escludere il ritiro americano dalla Nato sostenendo che gli alleati “devono trattarci nella maniera giusta: hanno sfruttato il nostro Paese sul piano commerciale traendo vantaggio dalla nostra protezione in campo militare".

Il sito di Politico ha inoltre riportato di recente il racconto del commissario Ue Thierry Breton di una conversazione privata avvenuta al World Economic Forum di Davos del 2020 tra The Donald e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “La Nato è morta e noi ce ne andremo” avrebbe detto il miliardario in quell'occasione ribadendo che non avrebbe aiutato gli alleati a difendersi da un’eventuale aggressione di Vladimir Putin.

In effetti il candidato repubblicano non è il primo inquilino della Casa Bianca ad aver sollevato il problema del mancato rispetto del target del 2% del Pil in spese per la difesa. Già George W. Bush e Barack Obama avevano infatti sensibilizzato in tal senso i partner dell'Alleanza, specialmente dopo l’occupazione russa della Crimea nel 2014, senza però paventare il ritiro degli Stati Uniti dalla Nato.

C’è da rilevare comunque che nel 2014 erano appena tre i Paesi membri dell'organizzazione internazionale ad aver raggiunto l'obiettivo del 2% e al 2022 tale numero ha raggiunto quota sette.

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