Qatargate

"Dal 2011 chiedo una commissione sulle infiltrazioni di Doha in Europa"

L'ex deputata Pdl: "Hanno finanziato moschee in tutti gli Stati Ue"

"Dal 2011 chiedo una commissione sulle infiltrazioni di Doha in Europa"

Souad Sbai, origini marocchine, ex deputata italiana del Popolo della Libertà, è stata fra i primi ad alzare il velo sui finanziamenti di Doha nel nostro Paese.

Cosa sa del finanziamento del Qatar alle moschee in Europa?

«Fin dalle primavere arabe del 2011, lanciavo l'allarme sul supporto e sui finanziamenti del Qatar ai Fratelli musulmani dietro alle rivolte. Mi hanno ostracizzata. In parallelo partivano i finanziamenti alle moschee in Europa, compresa l'Italia. Nel 2019, il libro Qatar papers, di due giornalisti francesi, ha alzato il velo sull'attività della Qatar Charity (potente Ong con base nel paese del Golfo nda). In Italia, in un solo biennio fra il 2013 e 2014 sono stati versati oltre 50 milioni di euro per un totale di 45 progetti, volti a favorire il proselitismo. La documentazione raccolta dimostra che la Qatar Charity ha reso la comunità musulmana d'Italia, composta da 1.8 milioni di persone su 60 milioni di abitanti, il primo beneficiario dei suoi investimenti in Europa. I soldi del Qatar sono serviti a finanziare moschee, associazioni, centri culturali, case editrici e istituti scolastici legati ai Fratelli Musulmani anche in Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna e Balcani».

Ne aveva parlato anche a Bruxelles?

«Ho contribuito al report della Fondazione Farefuturo sull'islamizzazione d'Europa scrivendo dei finanziamenti del Qatar ai Fratelli musulmani. Siamo andati a presentarlo proprio a Bruxelles, ma ci hanno minacciati».

Qual è il disegno?

«L'Occidente è un ventre molle e loro si infiltrano. La primavera araba è continuata in Europa, ma tendiamo a girare la testa dall'altra parte. Non è un caso che in Europa sia in atto da qualche anno una campagna pro hijab (velo islamico nda) finanziata per assurdo dall'Ue. Il Qatar veicola i soldi attraverso le Ong, che perseguono gli interessi di Doha. E sono arrivati anche ai politici delle istituzioni europee».

C'è bisogno di una commissione d'inchiesta sui finanziamenti del Qatar?

«È dal 2011 che lo chiedo, ma poi con la sinistra si è arenato tutto. È stato grazie al sostegno e alla legittimazione dei partiti politici e ambienti culturali di sinistra che i Fratelli Musulmani hanno potuto stabilire la propria egemonia sulle comunità islamiche in Occidente. Il primo passo significativo da compiere è quello d'istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta che in collaborazione con la magistratura faccia luce sui finanziamenti del Qatar in territorio italiano. Occorre accertare scrupolosamente l'identità degli effettivi destinatari dei finanziamenti elargiti dalla Qatar Charity, verificando che non vengano o che non siano già stati utilizzati per attività d'indottrinamento e radicalizzazione».

Esponenti del Qatar hanno appoggiato gruppi jihadisti?

«Sostengono che così li fermano, che fanno da tramite, da trait d'union. Basta vedere che a Doha, dove si sono giocati i campionati del mondo, c'è l'ambasciata dei talebani (l'unica a piena titolo nel mondo), che spiega tutto.

Soprattutto adesso con l'Afghanistan che è tornato al Medioevo islamico e le prime che ne fanno le spese sono le donne».

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