Politica estera

Affetto dopo gli insulti. Pace tra Milei e il Papa

Il presidente in Vaticano abbraccia il Papa: "L'argentino più importante della storia". Dimenticati i dissidi iniziali

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Fuori da ogni protocollo, ieri il presidente dell'Argentina Javier Milei e Papa Francesco hanno intrattenuto in Vaticano un dialogo molto rilassato e a tratti spassoso, dopo la canonizzazione della prima santa argentina, Mama Antula. L'incontro è stato breve (quello importante, l'udienza concessa dal Santo Padre a Milei, è previsto oggi) ma grazie al video diffuso dal Vaticano sappiamo ciò che i due si sono detti ieri. «Ti sei tagliato i capelli?» esordisce bonario seduto sulla sedia a rotelle il Santo Padre. Milei chinandosi gli risponde «me emprolije», che in italiano sarebbe un «mi sono messo più a posto». In realtà «re Leone», come chiamano Milei per la chioma ribelle, per una volta si è semplicemente pettinato. Poi il presidente chiede al Papa: «Posso darle un bacio?». «Sì, figliolo, sì», è la risposta a cui Francesco aggiunge un caloroso «è un piacere vederti». Un emozionato Milei ha allora detto a Francesco, «Grazie per averci ospitato» e il Papa gli ha risposto generosamente, «grazie a te figliolo per essere venuto qui». Poi, visti gli abiti indossati sempre dal presidente argentino, ovvero giacca di pelle alla Fonzie, il Santo Padre ha scherzato: «e grazie per essere venuto perché tu di solito sei parecchio informale» rivolto a un Milei ieri in completo e cravatta per una volta impeccabili.

Dopo avere concesso un bacio anche a Karina, la sorella di Milei, Francesco ha scherzato pure con la ministro degli Esteri argentina Diana Mondino. «Hai molto polso», le ha detto Francesco dopo la stretta di mano, aggiungendo «ottimo lavoro» riferendosi ai primi suoi due mesi alla guida della diplomazia del paese del tango. «Molto polso perché, vista la rugosità dell'altro lato...», ha scherzato di rimando e dalle retrovie Milei, riferendosi probabilmente ai vari Maduro e compagnia latinoamericani. «Dio è più grande», conclude a quel punto Francesco che saluta con una delle sue frasi più ricorrenti: «Pregate per me e io lo farò per voi», rivolgendosi all'intera delegazione.

Un incontro pieno di sorrisi e di affetto insomma ma che ha sorpreso alcuni, visto che Milei da candidato aveva detto cose orrende su Francesco fatto salvo poi chiedergli scusa durante un dibattito prima del ballottaggio con il peronista Sergio Massa, poi da lui sconfitto. Francesco aveva risposto mettendo in guardia sui pericoli di leader che si comportano come «pifferai magici», a detta dei media un riferimento all'allora candidato Milei, pur non citandolo. Appena entrato in carica, però, il presidente argentino aveva scritto una lettera riconoscente al Pontefice, invitandolo a visitare il loro Paese e chiedendogli di poterlo incontrare in Vaticano. Dall'alto della sua infinita capacità di perdono, Francesco aveva ridimensionato con alcune interviste le «parole che si dicono in campagna elettorale» e aveva telefonato a Milei poco dopo la sua vittoria, per sbloccare la relazione tra i due. Otto minuti di dialogo intenso durò quella decisiva telefonata, «perché la Chiesa deve rimanere fuori dalla politica», aveva scritto sulla rivista argentina Noticias il presbitero gesuita Guillermo Marcó, direttore del Servizio di Pastorale Universitario e presidente dell'Istituto per il Dialogo Interreligioso di Buenos Aires. Ma, soprattutto, ex portavoce di Bergoglio quando era arcivescovo metropolitano della capitale argentina.

Oggi Milei e «l'argentino più importante del mondo», così il presidente libertario ha definito ieri Francesco, potranno dialogare più nel dettaglio e in privato, ma l'incontro di ieri è stato molto importante.

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