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Affonda un barchino, muore bimbo di 4 anni

Indagini della Marina sul naufragio. In sei mesi le vittime sono duemila

Affonda un barchino, muore bimbo di 4 anni

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Le traversate della speranza si trasformano troppo spesso in viaggi della morte. E alla lunga lista di quasi 2mila migranti deceduti in 6 mesi nel Mediterraneo si aggiunge anche il nome di un altro bambino. Aveva solo 4 anni, di origini subsahariane, probabilmente nigeriano. Viaggiava con la mamma e altri 42 passeggeri su un barchino. All'arrivo dei soccorsi, era già deceduto. Ma il naufragio di cui parlano i migranti non appare del tutto chiaro agli investigatori che stanno cercando di ricostruire quanto accaduto. All'arrivo dei soccorsi della nave Dattilo della guardia costiera e di altre motovedette della guardia di finanza, i migranti erano a bordo di un peschereccio tunisino che avrebbe effettuato il primo soccorso, ma pare non ci fossero evidenze di naufragio. Mentre la magistratura andrà avanti per fare chiarezza, alla madre della piccola vittima è stata assegnata l'assistenza psicologica. Ha tentato di salvarlo, ma inutilmente. La donna e i compagni di viaggio sono stati trasbordati sulla Dattilo e condotti a Reggio Calabria. Sulla nave c'erano in tutto 811 migranti, 750 dei quali trasferiti dall'hotspot di Lampedusa che ieri contava più di 1.500 ospiti.

Anche ieri sono arrivati sull'isola 250 migranti su più barchini che sono stati intercettati in mare e agganciati o soccorsi da guardia costiera e Fiamme gialle. Dei migranti trasferiti a Reggio Calabria, 550 sono destinati per ora a restarvi e, in attesa di essere trasferiti in altre regioni secondo il piano del Viminale, sono stati accompagnati al centro di prima accoglienza allestito nella scuola «Boccioni» di Gallico. Gli altri migranti, finite le operazioni di sbarco dei 550, sono stati condotti dalla Dattilo a Messina.

Il bel tempo incentiva le partenze e sono molte le imbarcazioni in difficoltà. Numerosi anche i migranti che erano pronti a salpare da Sfax, in Tunisia, ma i recenti scontri tra subsahariani e locali, che sono culminati lo scorso 3 luglio nella morte di un cittadino tunisino, hanno destabilizzato la situazione. Secondo le Ong sono intervenute le autorità, che hanno cacciato i migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana pronti a partire proprio da Sfax e li hanno spostati in aree inospitali verso Libia a est e Algeria a ovest.

La Mezzaluna Rossa fa sapere di avere recuperato, lunedì scorso, al confine tra Tunisia e Libia 630 migranti, tra cui bambini, ma piccoli gruppi rimangono bloccati in questa zona desertica e in un'altra vicino al confine algerino.

Per domattina si attende l'arrivo ad Ancona della Humanity 1 con 199 migranti.

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