Coronavirus

Da Angela a Cremonini. "Parliamo ai No Vax molti hanno solo paura"

Dopo il divulgatore scientifico, anche il cantante: "Ne conosco molti, serve il dialogo"

Da Angela a Cremonini. "Parliamo ai No Vax molti hanno solo paura"

Nonostante la campagna di informazione, nonostante il green pass che minaccia di escluderli dalla vita sociale, i dubbiosi restano. E resistono. Chiamarli no vax li riduce, li semplifica. Non sono terrapiattisti o complottisti del 5G, non si confondono tra gli estremisti del no e non puntano il dito contro gli oscuri giochi di potere delle case farmaceutiche. I dubbiosi sono piuttosto indecisi disorientati in cortocircuito che aspettano perchè si sono fermati ad ascoltare tutti e pure troppi dibattiti televisivi e interviste di esperti e virologi in lite tra loro. «Non isolateli» dice in un tweet Cesare Cremonini, il cantante bolognese che ha il coraggio di parlare di loro in un momento in cui sembrano in netta controtendenza. «Anche io (come tanti) ho amici che non si sono vaccinati. Quando ne parliamo si aggrappano a tutto ma la verità è che alcuni di loro sono dei forti ansiosi, da sempre. Chi ha questa difficoltà va aiutato, non isolato. L'informazione e una comunicazione aggressiva non giovano». Bingo. In poche ore il tweet diventa virale, segno che il tema c'è ed è sentito. È quello che ha detto pochi giorni fa al Giornale Piero Angela, il divulgatore scientifico per eccellenza: «con i no Vax bisogna dialogare, parlare con chi è spaventato o ha ricevuto informazioni errate». Che è la stessa idea semplice del cantante che propone il dialogo con coloro che non si vaccinano.

«Non è sempre una guerra fra scemi e intelligenti» replica Cremonini a un commento di Tommaso Labate che s'interroga su quanto può durare il dialogo visto che la corsa ai vaccini per battere le varianti è contro il tempo. «Gli scemi li abbiamo compresi. Ma le sfumature contano. Le fragilità sono diffuse e in un paese in cui i disagi psichici sono tabù chi ha le idee chiare ha una responsabilità in più. Aiutiamoci», insiste il cantautore e scrittore. E così chiarisce nel dialogo coi suoi follower: «Sono per l'obbligatorietà del vaccino, ma fino ad allora la parola disertori applicata a persone che subiscono una informazione balorda la lascerei nel cassetto. Si può fare di meglio, credo». Forse allora invece di un discorso coercitivo, premierebbe di più un dialogo costruttivo, e perchè no premiale. Come hanno già fatto altri Paesi alle prese con chi dice ancora no. Negli Stati Uniti, dove il fronte no-vax è vasto e rumoroso, i più riluttanti - secondo i dati pubblicati dal Public Research Institute e dall'Interfaith Youth Core - sono i cristiani evangelici bianchi e i battisti afro-americani, che vivono perlopiù al sud e che hanno votato in larga maggioranza Trump (reazione anche alla campagna vaccinale dell'amministrazione Biden). Ma sono attivi anche i cattolici, che hanno larghe fasce della gerarchia molto poco simpatizzanti di Francesco: dall'arcidiocesi di New Orleans, arriva l'invito ai fedeli a rifiutare certi vaccini. Lunedì Twitter ha sospeso per una settimana l'account della deputata Usa repubblicana Marjorie Taylor Greene che ha pubblicato un messaggio in cui sosteneva che i vaccini «stanno fallendo» e che «non riducono la diffusione del virus». Greene ha invitato la Food and Drug Administration (FDA) a non approvare i vaccini covid-19. Il presidente americano Biden dopo aver varato la linea dura nella speranza di bloccare le varianti, ha chiesto ai governi statali e locali statunitensi di incentivare le vaccinazioni pagando 100 dollari a tutti i nuovi vaccinati. Ma Paese che vai, incentivo che trovi, a Sindanglaya in Indonesia, spetta una gallina viva per ogni persona vaccinata.

In una città delle Filippine le autorità locali hanno organizzato una lotterie con in palio mucche.

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