Cronaca internazionale

Aretha Franklin e il testamento sotto al cuscino: è guerra tra figli

È iniziata una battaglia tra i figli di Aretha Franklin per l'eredità

Aretha Franklin e il testamento sotto al cuscino: è guerra tra figli

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È iniziata una battaglia tra i figli di Aretha Franklin per l'eredità. Quando la regina del soul è morta di cancro al pancreas nell'agosto 2018, si pensava che non avesse lasciato alcun testamento, ma mesi dopo sono stati trovati due documenti scritti a mano: uno in un armadietto chiuso a chiave e l'altro sotto un cuscino del divano nella sua casa alla periferia di Detroit, in Michigan.

Il processo per stabilire in quale delle carte siano le reali volontà dell'artista è iniziato lunedì e sarà una giuria a decidere entro una settimana. A parte alcune differenze, entrambi i documenti considerano unici eredi della musica e dei diritti d'autore di Franklin i figli. Tutte le carte sono scritte a mano e sono difficili da decifrare ma in Michigan questa circostanza non invalida il testamento.

Seguire lo snodarsi delle litigate e vedere la venalità che prevale sul ricorso e il rispetto delle volontà dell'artista, lascia un velo di amarezza: Theodore White II, il terzo figlio della regina del soul, sostiene che l'unico testamento sia quello del 2010 che lo nomina unico rappresentante della fortuna della madre assieme ad una nipote, mentre Kecalf ed Edward Franklin, secondo e quarto figlio della star, vogliono che prevalga la versione del 2014.

In quelle carte è Kecalf ad essere nominato co-esecutore testamentario e a ereditare, assieme ai suoi nipoti, la villa della madre, una residenza da 1,2 milioni di dollari che l'avvocato di Edward ha descritto come «il gioiello della corona».

Vincitrice di 18 Grammy Award, Aretha Franklin ha registrato dozzine di canzoni in cima alle classifiche ed è stata la prima donna inserita nella Rock & Roll Hall of Fame. Ma la cantante, nota per successi come Think, I Say a Little Prayer e Respect era estremamente riservata riguardo alle sue finanze e si dice che abbia resistito alla preparazione di un testamento formale nonostante anni di cattiva salute.

Quando morì all'età di 76 anni, l'assenza di testamento avrebbe voluto dire che i suoi beni - tra cui case, automobili, pellicce e gioielli - dovevano essere equamente divisi tra i suoi quattro figli.

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