Cronaca nera

Arrestato l'operaio che ha travolto il giovane calciatore

L'uomo ha scritto una lettera alla famiglia. Ai carabinieri: "Non l'ho visto giuro, sto tanto male"

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«Non l'ho visto quel ragazzino sulla strada. Lo giuro. Non l'ho visto né prima né dopo. Adesso sto male, sto tanto male». È stato arrestato dai carabinieri di Negrar di Valpolicella l'automobilista che la sera del 31 luglio scorso aveva investito il tredicenne Abom Chris Obeng e poi era fuggito.

L'uomo, operaio 39enne, che ha alle spalle precedenti per droga e guida in stato di ebrezza, ha scritto una lettera ai genitori della vittima. «Non credo che riuscirei a incontrarli a quattr'occhi» ha detto. Sostiene che gli è difficile rispondere sugli attimi dell'incidente. «Ripeto, non l'ho visto - ha sottolineato -. La strada è buia, non ha illuminazione. Lui, mi hanno detto, indossava abiti neri. Come facevo...? Dopo l'impatto mi sono fermato. La strada era vuota, non si udiva niente». Ma il provvedimento restrittivo arriva dagli esiti degli accertamenti dei carabinieri e dai rilievi stradali e ha fornito un quadro dettagliato della dinamica dell'incidente.

Già dalla serata di lunedì, quando era stato trovato il corpo agonizzante del ragazzino, tesserato alla Figc e militante in una delle squadre giovanili del Negrar, durante i rilievi stradali erano stati recuperati i detriti della vettura coinvolta. Le telecamere pubbliche e private presenti sul territorio comunale avevano poi portato i carabinieri a individuare il modello di auto coinvolto nell'investimento. Il mattino dopo, gli investigatori sono risaliti alla targa e un'ora dopo hanno rintracciato il conducente, sequestrando il mezzo: i danni alla sua auto erano compatibili con l'investimento di un pedone.

Ulteriori accertamenti hanno poi consentito di trovare sul veicolo e sul palo della segnaletica verticale tracce ematiche verosimilmente riferibili alla vittima. Il quadro a quel punto era chiaro. Ora queste verranno confrontate con quelle della vittima. Ma già i resti del fanale anteriore e di uno specchietto retrovisore, rinvenuti sul luogo dell'investimento, corrispondono perfettamente alle parti mancanti e danneggiate dell'autovettura individuata. Il punto lo hanno messo le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Una fotocamera, poco distante dal luogo del fatto, ha ripreso il veicolo che si allontanava dopo la tragedia in direzione di Verona, mentre una seconda, circa un quarto d'ora dopo, lo ha immortalato frontalmente, al rientro Negrar di Valpolicella, mostrando il fanale anteriore destro rotto. Il mezzo, però, la mattina prima era ancora perfettamente integro, come si vede in altre immagini. L'uomo, che ora si trova ai domiciliari, dovrà rispondere ora di omicidio stradale, fuga ed omissione di soccorso.

Il funerale del giovane calciatore sarà celebrato sabato 12 agosto nella chiesa del comune della Valpolicella.

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