Guerra in Israele

Asse Blinken-Abu Mazen. "L'Anp può tornare a Gaza". Vertice tra Iran e Hamas

Dopo la visita in Israele e l'incontro con i rappresentanti dei paesi arabi in Giordania, la missione diplomatica di Antony Blinken in Medio Oriente fa tappa a Ramallah da Abu Mazen

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Dopo la visita in Israele e l'incontro con i rappresentanti dei paesi arabi in Giordania, la missione diplomatica di Antony Blinken in Medio Oriente fa tappa a Ramallah da Abu Mazen, con cui il segretario di stato ha «discusso gli sforzi per riportare la calma e la stabilità in Cisgiordania, compresa la necessità di fermare la violenza estremista contro i palestinesi». Il capo della diplomazia Usa - che poi si è recato in visita a sorpresa a Baghdad, in Iraq - ha espresso l'impegno di Washington a «lavorare per la realizzazione delle legittime aspirazioni dei palestinesi per la creazione di un proprio Stato», riaffermando l'impegno nella fornitura di assistenza umanitaria salvavita e nella ripresa dei servizi essenziali a Gaza (e ammettendo che il flusso attuale di aiuti è gravemente insufficiente).

Gli abitanti della Striscia non devono essere «sfollati con la forza», ha sottolineato Blinken. Durante l'incontro, durato circa un'ora, il leader palestinese ha detto da parte sua che l'Anp «si assumerà tutte le sue responsabilità» per la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza nel quadro «di una soluzione politica globale», chiedendo «la sospensione immediata del conflitto e l'accelerazione della fornitura di aiuti umanitari, compresi medicinali, cibo, acqua, elettricità e carburante nella Striscia». «Ci incontriamo di nuovo in circostanze estremamente difficili, non ci sono parole per descrivere la guerra di genocidio e distruzione a cui è sottoposto il nostro popolo a Gaza per mano di Israele, senza riguardo al diritto internazionale», ha ribadito Abu Mazen: «Come possiamo rimanere in silenzio sull'uccisione di 10mila palestinesi, tra cui 4mila bambini, decine di migliaia di feriti e la distruzione di decine di migliaia di unità abitative, infrastrutture, ospedali, centri di accoglienza?». E «ciò che sta accadendo in Cisgiordania e a Gerusalemme non è meno orribile, in termini di uccisioni e attacchi a terre, persone e luoghi sacri, per mano delle forze di occupazione e dei coloni terroristi». Blinken, che venerdì ha incontrato i funzionari israeliani a Tel Aviv, ha spiegato di aver sentito «un chiaro impegno da parte del governo ad affrontare la violenza estremista in Cisgiordania, a condannarla, ad agire per prevenirla». Il nodo rimangono però le pause umanitarie a Gaza. Sabato il presidente Joe Biden ha lasciato capire che ci sono progressi, rispondendo «sì» con il pollice alzato a un giornalista. Ieri, però, l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan ha ribadito alla Cnn: «Non vediamo il bisogno di una pausa umanitaria, darebbe ad Hamas la possibilità di riarmarsi».

Da Teheran, intanto, il ministro della Difesa iraniano Mohammad Reza Ashtiani ha avvertito che gli Usa saranno «colpiti duramente» se non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza. Mentre la Guida suprema Ali Khamenei ha incontrato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e su «X» ha ribadito che «la politica della Repubblica islamica è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti». Ma da Baghdad, Blinken ha rilanciato il monito contro l'allargamento del conflitto e gli attacchi alle truppe americane: «Non sfruttate la guerra in corso in Medio Oriente. Prenderemo ogni misura per proteggere il nostro personale nella regione».

E in Turchia, la polizia locale ha sparato gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione pro-palestinese all'esterno della base militare di Incirlik, che ospita armi e truppe Usa.

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