Cronaca giudiziaria

In aula l'audio di Giulia. "So tutto, io scioccata"

Il silenzio della corte d'Assise ieri è stato interrotto solo dalla voce di Giulia

In aula l'audio di Giulia. "So tutto, io scioccata"

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Il silenzio della corte d'Assise ieri è stato interrotto solo dalla voce di Giulia. «Mi ha raccontato tutto, delle cose assurde. Sono scioccata, sono scioccata», ripete la giovane all'amica Sara in un messaggio audio mandato su whatsapp. Sua madre Loredana in aula non riesce a trattenere le lacrime. Alessandro Impagnatiello tiene, come sempre, la testa bassa. Nell'audio la 29enne, che verrà uccisa incinta al settimo mese poche ore dopo, racconta all'amica il contenuto dell'incontro avuto con l'altra donna del barista. È arrabbiata, ma il tono resta comunque calmo e lucido. È il 27 maggio di un anno fa, un sabato pomeriggio. Il castello di bugie del compagno è appena crollato. Giulia in quel momento, ha riferito Sara, che ha testimoniato, è decisa a tornare a casa per affrontarlo e lasciarlo. Aveva già pianificato tutto: di proseguire la sua vita con il suo bambino, grazie anche all'aiuto della sua famiglia, a Sant'Antimo.

Ma questa possibilità di scelta gli è stata strappata via. Qualche giorno prima, riferisce Sara, l'amica le aveva raccontato di «essere stata contattata da una ragazza che diceva di avere una relazione con Impagnatiello». E da lì la decisione delle due donne di incontrarsi. Ha spiegato alla corte che il barman non voleva tenere il bambino «per motivi economici. Abortire era una sua richiesta». Secondo Sara, il 30enne cambiava però idea spesso sull'argomento. «Un giorno era lo teniamo, un altro giorno era non lo teniamo». Ma si dice certa: «Se Giulia fosse stata da sola, lo avrebbe sicuramente tenuto. L'ho vista piangere, qualche volta, perché non aveva l'appoggio del suo compagno».

Ieri ha testimoniato anche il capitano Gianluca Bellotti, comandante della sezione indagini telematiche dei carabinieri, che ha parlato delle ricerche via web del barman. Da «ceramica bruciata vasca da bagno» a «invio programmato whatsapp» a «giornalisti fuori casa». Qualche giorno dopo l'omicidio: «Rimuovere macchie candeggina», «rimuovere macchie di sangue». E il giorno prima del delitto, una ricerca curiosa: «Alberto Stasi carcere di Bollate». Impagnatiello verrà sentito in aula il prossimo 27 maggio, proprio nel giorno dell'anniversario della morte di Giulia.

Entro il 10 maggio la difesa depositerà una consulenza psicologica.

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