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Tra gli automobilisti è caccia al gestore: "Siete speculatori, prezzi alle stelle"

Gli utenti: "La protesta è una boiata". Critiche anche al governo

Tra gli automobilisti è caccia al gestore: "Siete speculatori, prezzi alle stelle"

«40 minuti per arrivare a Milano, 45 minuti di coda per fare benzina, 48 ore di sciopero. Mi gioco un terno», commenta un brizzolato conducente di una Alfa Romeo Stelvio al distributore di piazzale Udine. Il terzo numero esatto sarebbe il 24 in realtà, ma il potenziale giocatore ancora non poteva sapere che le sigle dei distributori di benzina avrebbero revocato lo sciopero.

«Lo abbiamo fatto per gli automobilisti, non certo per il governo», dicono. Ma la sensazione maggiore, girando per le strade del capoluogo lombardo, è che gli automobilisti non sentano sulla loro pelle questo favore. C'è un mix di caccia allo speculatore e di critica al governo per non aver tagliato le famigerate accise. Ma la maggioranza delle persone incontrata punta più il dito contro i gestori.

«Lo sciopero è una boiata pazzesca. Tutti fan benzina prima e non crea problemi a nessuno. Perdite di tempo all'italiana per far finta di protestare», ci dice Ilario in sella a uno scooter Sh 125. E nella sua frase c'è una parte di verità. Perché ieri era a tutti gli effetti una giornata normale dal punto di vista del traffico. Pochissime code ai distributori rimasti aperti. La ressa, seppur contenuta, si è verificata il 24 gennaio e ce lo conferma un benzinaio della stazione autostradale IP Lambro nord. «Sin dalla mattina abbiamo lavorato il doppio fino a mezzanotte, incassando circa 7mila euro in più rispetto a una giornata tipo - ci racconta il dipendente - Qui si sono fiondati tanti privati. Hanno fatto rifornimento per importi non superiori ai 40-50 euro, facevano il rabbocco per paura di rimanere a secco».

Stesso film alle stazioni di San Donato Ovest e Cinisello Nord. «Molti automobilisti hanno imprecato contro il governo, altri ce l'hanno con noi come categoria perché pensano che lucriamo sempre sul prezzo», raccontano due benzinai. «Il problema è che molti pensano che abbiamo fatto questo casino per non esporre il cartellino col prezzo medio», spiega Alessandro, uno dei benzinai che ha aderito allo sciopero. Nella discussione si inserisce un passante che ribatte: «Prima proclamate sciopero, poi alzate i prezzi due giorni prima e poi sospendete lo sciopero. Vergognatevi».

Alfonso, dal sedile di una Land Rover Velar grigia, chiosa: «Il gasolio da 1,839 a 1,899. Devo dare ragione alla Meloni che sono speculatori?». Stesso pensiero di Anna che, al volante di una Lancia Y bianca, chiosa: «Ieri in una stazione di servizio aperta il prezzo era 1,91 al litro. Più che sciopero, a me pare speculazione». «Ieri qualcuno ha aperto col diesel a 2,30 e poi hanno revocato lo sciopero. Vi meritate il male», tuona Ilario a bordo di una Citroen C3 Aircross. Si accosta Angelo, lavandaio e proprietario di un Fiat Scudo blu. Ascolta un po' e poi dice la sua: «Con le code che ho visto, possono stare chiusi una settimana senza rimetterci». Il tenore dei commenti è questo. «Gli unici che sono stati toccati dallo sciopero siamo stati noi disgraziati pendolari con serbatoi piccoli», dice Alessio seduto su una Toyota Yaris. Oggi si torna alla normalità.

Almeno fino al prossimo sciopero.

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