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Bannon contro un Muro: arrestato per maxi-frode

L'ex stratega di Trump avrebbe tenuto per sé fondi della barriera con il Messico

Bannon contro un Muro: arrestato per maxi-frode

New York. Una bomba piomba sull'ultimo giorno della convention democratica, a poche ore dall'incoronazione ufficiale di Joe Biden come candidato democratico di Usa 2020. Steve Bannon, l'ex controverso stratega di Donald Trump, è stato arrestato con l'accusa di frode dalle autorità di New York nell'ambito della campagna online di raccolta fondi «We Build The Wall». I media americani hanno riferito che le autorità lo hanno fermato mentre era in barca al largo della costa del Connecticut. Secondo le incriminazioni depositate presso la corte federale di Manhattan, Bannon, insieme ad altre tre persone, ha «frodato centinaia di migliaia di finanziatori» come parte di una raccolta fondi presumibilmente volta alla costruzione del muro al confine con il Messico. Fondi che invece avrebbero usato per spese personali.

«Hanno capitalizzato sul loro interesse a finanziare la costruzione della barriera alla frontiera per raccogliere milioni di dollari, con la falsa pretesa che i fondi sarebbero stati appunto spesi per il muro», ha denunciato il procuratore ad interim di Manhattan, Audrey Strass. «Non solo hanno mentito ai finanziatori», ma «li hanno truffati nascondendo» l'uso reale dei soldi, hanno fatto sapere le autorità. «Pur assicurando ripetutamente ai donatori che Brian Kolfage, il fondatore e volto pubblico di We Build the Wall non sarebbe stato pagato un centesimo, gli imputati hanno segretamente tramato per passargli centinaia di migliaia di dollari, denaro che lui ha usato per sostenere il suo sontuoso stile di vita». Il gruppo ha raccolto online più di 25 milioni di dollari, e Bannon ha ricevuto dall'organizzazione oltre un milione, parte dei quali usati per le sue spese personali. Insieme all'ex chief strategist sono finiti in manette anche Kolfage, 38enne veterano dell'aeronautica militare di Miramar Beach, Florida, Andrew Badolato, 56 anni, finanziere di Sarasota, Florida, e Timothy Shea, 49enne, di Castle Rock, Colorado. Bannon si è dichiarato innocente e il giudice ha fissato una cauzione da 5 milioni. «È una cosa triste, ma non ho a che fare con Bannon da molto tempo. Non so nulla del progetto», ha commentato Trump, sottolineando: «Non mi piace quel progetto, ho pensato fosse stato fatto per mettersi in mostra». E a chi gli ha chiesto di commentare gli sforzi per finanziare la costruzione del muro al confine con il Messico con fondi privati, il presidente ha risposto: «Non è una cosa appropriata». Mentre la portavoce della Casa Bianca, Kaleigh McEnany, ha precisato che il Comandante in Capo «non ha nulla che fare con Bannon dalla campagna elettorale e non conosce le persone coinvolte».

L'ex direttore del sito di estrema destra Breitbart News, considerato l'architetto della campagna elettorale del tycoon nel 2016, è stato chief strategist della Casa Bianca all'inizio dell'era Trump, da gennaio ad agosto 2017. Il presidente lo ha silurato durante la bufera in cui era stato accusato di avere un atteggiamento troppo morbido verso i suprematisti bianchi e il Ku Klux Klan, dopo i fatti di Charlottesville. In seguito Bannon è tornato a dirigere per qualche mese Breitbart News, ma nel 2018 è stato spinto a lasciare anche quell'incarico dopo la pubblicazione del libro «Fire and Fury», in cui vuotava il sacco sulla Casa Bianca di Trump, con commenti poco lusinghieri anche su Ivanka, e suo marito Jared Kushner.

Bannon è stato anche il vice-presidente di Cambridge Analytica.

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