Cronaca locale

Bari ha la sua storia di Natale. Salva la bimba abbandonata in chiesa

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Più storia di Natale di così. Ieri mattina a Bari una neonata è stata lasciata nella culla termica della parrocchia dedicata a san Giovanni Battista. Ad accorgersi è stato il parroco don Antonio Ruccia, allertato dal sensore della culla collegato al suo telefono cellulare. Appena avvertita la presenza della bambina, il dispositivo lo ha fatto squillare e così il sacerdote è stato il primo a prendere la piccola tra le braccia. E darle sicurezza. In quell'abbraccio tutto il senso della vita, della rinascita, della seconda occasiome. E, in fondo, tutto il senso del Natale.

Subito dopo è stata chiamata un'ambulanza ed avvisato anche il primario di Neonatologia del Policlinico di Bari, Nicola Laforgia. Il protocollo è quello previsto dal 2014, quando lo spazio protetto per affidare i neonati che i genitori non possono o non vogliono tenere è stato attivato. La bimba è stata descritta come «bellissima, curata e vestita bene». Addosso aveva una tutina verde e dovrebbe essere nata circa dieci giorni fa, a giudicare dal cordone ombelicale già staccato. Il parroco Ruccia ha presentato denuncia ai carabinieri per allertare il Tribunale per i minorenni, come da prassi.

Ora la piccola, a cui è stato dato il nome di Maria Grazia, è stata ricoverata nel reparto di Neonatologia per accertamenti ma sarebbe in buone condizioni di salute. Accanto alla neonata non sono stati trovati messaggi o altri oggetti che potrebbero far risalire all'identità della persona che l'ha lasciata in parrocchia.

«Quando i carabinieri mi hanno chiesto come volessi chiamarla ho risposto: Maria Grazia', come la Madonna che spero accompagni questa piccina per tutta la vita» ha raccontato il parroco. «Immagino il coraggio e il dolore di chi ha lasciato la piccola» ha aggiunto mostrando la massima comprensione per il gesto.

A Bari la culla era stata usata per la prima volta nel luglio di tre anni fa, quando fu trovato un bimbo. In quest'altra occasione era stato lasciato un biglietto in cui erano appuntate le abitudini del piccolo e che recitava: «Lui è Luigi, ditegli che lo ameremo per sempre».

Proprio con questo nome è stato battezzato successivamente.

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