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"Imparate Bella Ciao". Se ogni scusa è buona per indottrinare i bimbi

L'insegnante di musica di uno degli istituti locali ha invitato gli alunni a imparare, suonare e girare un video della canzone più amata dalla sinistra. Ogni scusa è buona per indottrinare i più piccoli

"Per Pasqua imparate Bella Ciao". Se ogni scusa è buona per indottrinare i bimbi

Al di là della ricorrenza del 25 aprile che ogni anno, da sempre, è un'occasione irrinunciabile per intonare canti partigiani, ogni occasione è ormai buona per rilanciare Bella Ciao come melodia nazional-popolare.

Dalla serie tv di culto spagnola La Casa de Papel (che l'ha scelta come sigla), ai video celebrativi girati dai soldati ucraini impegnati nella guerra contro la Russia, fino a quanti, meno di un anno fa, volevano affiancarla (se non addirittura sostituirla) all'Inno di Mameli.

L'ultima iniziativa è quella promossa da un'insegnante di musica delle scuole medie di Faenza (Ravenna) che ha pensato di assegnarla come compito per le vacanze di Pasqua per i suoi alunni. Non solo impararla a memoria e suonarla, ma anche girare un video della performance da bravi piccoli partigiani.

Una trovata che non è piaciuta ad alcuni genitori che l'hanno segnalata al consigliere comunale ex Lega, ora al Misto, Gabriele Padovani, che si è scagliato contro la scelta "eccessivamente politicizzata" e promettendo una interrogazione in Comune e addirittura un approdo della vicenda in Parlamento: "Alcuni miei ex compagni di partito della Lega non faranno passare la questione sotto silenzio", dice al Corriere Romagna.

Secondo Padovani Bella Ciao "è una canzone contrassegnata politicamente e oltretutto non fu mai nemmeno cantata dai partigiani. Per quale ragione la si propone a ragazzi di 12 anni? Forse la docente non aveva a disposizione una valida alternativa?". E l'alternativa la propone lui stesso, cioè il Va' Pensiero di Giuseppe Verdi tratto dal "Nabucco". Un vecchio pallino della tradizione musicale leghista, ma pure un brano che potrebbe incarnare meglio la tragedia che sta vivendo il popolo ucraino, visto il suo significato di doloroso compianto della “Patria sì bella e perduta” invasa dal sacrilego re di Babilonia. Il coro verdiano, ad ogni modo, oltre ad essere legato all'attualità dal punto di vista simbolico, rappresenta per Padovani una parte importante del patrimonio collettivo della cultura italiana, a differenza di Bella Ciao che, per varie ragioni, resta divisivo.

Non è la prima volta, ovviamente, che Bella Ciao viene utilizzata come somministrazione pedagogica per i più giovani. Dodici mesi fa esatti, infatti, fece discutere un'altra iniziativa, promossa stavolta ad Usmate Velate (MB), dove il Comune sostenne l'idea della compagnia teatrale Piccoli Idilli di ideare un "kit del nuovo partigiano" da destinare ai ragazzi dai 7 ai 12 anni (sacchetti con dentro il testo e lo spartito di Bella Ciao, la bandiera tricolore, una nota descrittiva sul 25 aprile e sulla Resistenza, e un "tesserino del nuovo partigiano" sul quale apporre la foto del bambino e la scelta del suo "nome di battaglia").

Ecco appunto.

Ogni anno la stessa storia.

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