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Quel blitz fallito di Letta per incolpare il centrodestra

Nell'incontro con Draghi disse che aveva convinto Conte a votare la fiducia. E ora il Pd "gufa" sul voto

Quel blitz fallito di Letta per incolpare il centrodestra

E nrico Letta era riuscito ad ottenere che i senatori del Movimento votassero un'ultima fiducia al governo di unità nazionale. Dopo i grillini avrebbero garantito l'appoggio esterno. Questa, almeno, è stata la novità che il vertice del Pd è andato a comunicare a Draghi a Palazzo Chigi, prima del delicato passaggio al Senato. A rivelarlo al Giornale sono fonti Dem. Letta non si era dunque rassegnato a perdere il junior partner ed ha operato un tentativo di saldare di nuovo il campo largo attorno all'ex presidente della Bce, compromettendo però la discontinuità richiesta dal centrodestra. Ora il Pd prova a scaricare le colpe della crisi proprio su Forza Italiw-2a e Lega. In questo modo, si spiegano anche il summit successivo, mentre l'Aula aveva già preso una direzione, tra lo stesso segretario, l'ex «avvocato degli italiani» ed il ministro della Salute Roberto Speranza, e quello tra i ministri Dario Franceschini e Federico D'Incà e sempre Conte: quel che era rimasto dell'alleanza giallorossa stava facendo il punto. Adesso è il tempo della tattica elettorale con cui i Dem profetizzando il finimondo. Il catastrofismo è uno sport da sempre in voga nel centrosinistra. «Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all'Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese», dice il commissario Paolo Gentiloni. Nel frattempo, Letta, in serata, non può che mettere fine in via ufficiale al campo largo: «A differenza che si è creata in modo così evidente lascia un segno e difficilmente sarà ricomposto, il gesto di ieri e quello accaduto in questi giorni è sostanza, non è un fatto semplice di forma», afferma al Tg3 l'ex presidente del Consiglio, rivolgendosi al Movimento 5 Stelle, in relazione a quella «bella giornata» che è diventata «drammatica» in un battibaleno. Inoltre lo stile e le intenzioni: «A partire dalla giornata di oggi - consiglia il vertice ai gruppi parlamentari - , dobbiamo avere gli occhi di tigre. Nei momenti che passerete alle nostre feste, che sono tantissime in tutta Italia, comunicate con gli occhi di tigre ai militanti». Il rimando è scontato ma la memoria apre un cassetto con all'interno il «giaguaro» di Bersani. Ancora, quando il presidente del Ppe Manfred Weber sottolinea per l'Europa la necessità che l'Italia esprima un governo di centrodestra, la guida dei Dem polemizza via social: «Non sei ben informato. Uno dei principali assassini del Governo Draghi è Forza Italia, membro del Ppe», scrive, sostenendo una ricostruzione che dunque fa acqua da tutte le parti.

Il Nazareno, a proposito di tormente (che più che sull'Italia sembrano abbattersi sullo schematismo che Letta ed i suoi dirigenti avevano in mente per le elezioni, ossia l'inflazionato ma dipartito campo largo), straripa con le sentenze: «Da ieri nel Paese si è aperta una distanza incolmabile tra chi, come il Pd, ha cercato in ogni modo di ricomporre e chi ha giocato con il solo obiettivo di rincorrere i sondaggi», tuona la deputata Susanna Cenni. Per il parlamentare Michele Bordo quanto avvenuto è «un colpo durissimo alla credibilità del Paese». Tutti omettono il tallonamento al Movimento 5 Stelle attraverso cui il Pd, che voleva Conte a tutti i costi, accettando persino la conditio dell'appoggio esterno, ha ristretto la strada all'unità nazionale, scongiurando un Draghi bis ed accelerando le urne. Nonostante il gioco di palazzo, si insiste con un altro grande classico: la distribuzione delle patenti di responsabilità.

Le stesse che il Pd si sente sempre legittimato ad elargire.

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