Guerra in Ucraina

La bomba dei profughi

Con l'apertura dei corridoi umanitari attesi fino a 8-10 milioni di esuli. L'Ue limita la protezione ai cittadini ucraini e ai residenti di lunga durata. L'Onu: "Finora via in 100mila ogni 24 ore"

La bomba dei profughi

Protezione temporanea per chi arriva dall'Ucraina. L'Unione Europea evita quello che sarebbe stato un tragico errore che oltretutto l'avrebbe fatta apparire più debole e frammentata. Di fronte alla previsione dell'arrivo di otto milioni di profughi Bruxelles ieri ha votato all'unanimità per un'accoglienza immediata. Un risultato che ieri in mattinata non veniva più dato per scontato visto che Polonia e Ungheria sembravano intenzionate a limitare il via libera automatico soltanto ai cittadini ucraini. Ma lo scoglio è stato superato anche se poi i rifugiati verranno gestiti in base alle leggi sull'immigrazione delle singole nazioni. L'accordo raggiunto tra i ministri dell'Interno della Ue a Bruxelles è stato spiegato dal ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin. Gli ucraini che fuggono dalla guerra «godranno di uno statuto di protezione simile a quello dei rifugiati per un anno, rinnovabile per un altro anno», senza dover sottostare ad alcuna trafila burocratica. La direttiva esiste da oltre venti anni ha sottolineato la commissaria europea Ylva Johansson, ma viene attivata per la prima volta in questa occasione. Tra Kiev e Mosca è stato anche raggiunto un accordo sui corridoi umanitari che dovrebbe implicare il cessate il fuoco durante la loro attivazione e verranno gestiti dai ministeri della Difesa. L'evacuazione dei civili quindi dovrebbe essere protetta dalle forze armate dei due Paesi in conflitto.

Ma chi si vedrà effettivamente riconosciuto il diritto alla protezione temporanea? Una specificazione importante visto il rischio per chi non è cittadino ucraino. È il nostro ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, a garantire che l'unanimità per la protezione è stata raggiunta anche «per i soggetti non ucraini che risiedono in quel territorio con la possibilità di avere anche un altro tipo di protezione stabilito a livello nazionale purché in linea con le norme di carattere europeo».

Insomma qualche distinguo è di fatto rimasto. La direttiva sarà applicata all'insieme dei cittadini ucraini, ai loro familiari così come ai beneficiari della protezione internazionale già rifugiati in Ucraina e ai cittadini di Paesi terzi con un permesso di residenza di lunga durata in Ucraina. Ma la Johansson ha anche precisato che «i tanti cittadini di Paesi terzi che vivono in Ucraina che sono lavoratori temporanei o solo studenti» non saranno coperti dalla direttiva di protezione temporanea. Saranno aiutati ad uscire dal Paese assediato e accolti temporaneamente per poi essere riportati «a casa in sicurezza».

Una scelta che va incontro alle preoccupazioni dei paesi di prima accoglienza, il cosiddetto blocco Visegrad, Polonia, Ungheria, Slovacchia, da sempre molto refrattari ad un accoglienza generalizzata che possa allargarsi a paesi terzi: Africa o India.

A lanciare l'allarme in questo senso è il direttore generale dell'Organizzazione internazionale per le Migrazioni Oim, Antonio Vitorino, che denuncia episodi di «discriminazione, violenza e xenofobia contro cittadini di paesi terzi che tentano di fuggire dall' Ucraina» e chiede a tutti gli Stati membri Ue di impegnarsi «a garantire anche ai cittadini di paesi terzi le stesse misure di protezione».

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, sottolineato che già oltre un milione di persone ha dovuto abbandonare la propria casa. «Raramente ho visto un esodo così rapido come questo -dice Grandi- Ed è probabile che altri milioni saranno costretti a fuggire dall'Ucraina».

Il ritmo degli arrivi è di 100mila persone ogni 24 ore.

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