Cronache

Boom di casi di "West Nile". Ora l'allarme è a Padova

Crescono in Italia i casi di "West Nile" - anche detta "febbre del Nilo" -, il virus trasmesso dagli uccelli selvatici e dalle zanzare (più frequentemente del tipo Culex)

Boom di casi di "West Nile". Ora l'allarme è a Padova

Crescono in Italia i casi di «West Nile» - anche detta «febbre del Nilo» -, il virus trasmesso dagli uccelli selvatici e dalle zanzare (più frequentemente del tipo Culex). E Padova è la città più colpita, stando ai dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità: dei 230 casi italiani, infatti, 176 si riferiscono al Veneto, e 94 solo nella città di Sant'Antonio.

All'ospedale di Padova, in pochi giorni, sono diventati 10 i pazienti in gravi condizioni ricoverati in terapia intensiva. Complessivamente nella struttura della città euganea si trovano 15 malati. Lo ha reso noto l'azienda ospedaliera. «Alcuni di questi pazienti ospitati in terapia intensiva sono relativamente giovani, attorno ai 50-60 anni. I restanti sono anziani, colpiti duramente da questo virus, che quest'anno sembra particolarmente aggressivo», spiega il direttore generale dell'Azienda Ospedale Università Padova, Giuseppe Dal Ben. Il primo caso umano della stagione è stato segnalato dal Veneto in giugno, nella provincia di Padova. Tra i casi confermati, prosegue l'Iss, sono stati notificati 13 decessi (8 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Lombardia e 2 in Emilia-Romagna). Nello stesso periodo sono stati segnalati 3 casi di Usutu virus in donatori di sangue (2 Friuli-Venezia Giulia, 1 Piemonte). «Noi abbiamo avuto una stagione nel 2018 in cui ci sono stati intorno a 5mila casi di West Nile virus in Italia. Quindi al momento siamo in una situazione che rientra nella norma», commenta Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova. «Sicuramente i casi sono più di quelli dello scorso anno, ma è ancora presto per dire come andrà».

La stagione delle infezioni, così come è successo quest'anno, è cominciata a giugno con un paio di casi nella forma neuroinvasiva. A luglio invece i casi con sintomi neuro-invasivi risultano essere stati a livello nazionale il doppio nel 2022 rispetto al 2018. Sembra esserci stato un rialzo precoce.

Anche perché ad agosto 2022 la situazione sembra più normalizzata se si considera che nel 2018 i casi di malattia neuro-invasiva erano stati ben 132 e quest'anno al 16 agosto il dato è di 24 casi.

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