Politica estera

Da campagna elettorale a giudiziaria. Il figlio di Biden incriminato a breve

Il pm intende mandare a giudizio Hunter per possesso illegale di arma. E il processo potrebbe svolgersi in piena corsa per la Casa Bianca

Da campagna elettorale a giudiziaria. Il figlio di Biden incriminato a breve

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Due tegole pesantissime piombano in meno di ventiquattr'ore sul capo di Joe Biden (e sulla sua campagna per la rielezione): prima la notizia che il figlio Hunter sarà incriminato e poi la mazzata dei sondaggi, secondo cui quasi la metà degli elettori ritengono qualsiasi repubblicano un'opzione migliore di lui.

Per il caso di Hunter Biden, il procuratore speciale David Weiss ha spiegato che il gran giurì emetterà l'atto di accusa nei suoi confronti prima del 29 settembre per il possesso illegale di arma da fuoco, che potrebbe portare a una condanna sino a 10 anni. La questione risale al 2018, quando il figlio del presidente americano avrebbe comprato una pistola mentendo sull'uso di droga, di cui all'epoca faceva ampiamente uso, come ha ammesso in seguito. Il processo potrebbe svolgersi in piena corsa per la Casa Bianca, proprio mentre il probabile rivale di Biden, Donald Trump, dovrà affrontare i quattro procedimenti a suo carico, rischiando di trasformare la campagna elettorale in una campagna giudiziaria. Hunter a luglio aveva raggiunto un accordo con l'accusa per un patteggiamento che comprendeva questo reato e quelli di evasione fiscale, evitando il carcere, ma il giudice ha bocciato l'intesa, che i repubblicani avevano duramente criticato definendola un trattamento di favore sullo sfondo di una giustizia con due pesi e due misure. In particolare, nell'udienza del 26 luglio, l'accordo è crollato sulla questione di una eventuale immunità di Hunter da qualsiasi altra accusa indagata anche da Weiss, compresi i possibili crimini legati ai suoi affari in Ucraina, Cina e altrove (il giudice ha menzionato la possibilità che Biden Jr possa essere accusato di aver agito come lobbista per governi stranieri senza essersi registrato al dipartimento di Giustizia). Peraltro, secondo un sondaggio della Cnn, il 61% degli intervistati ritiene che Biden quando era vice presidente è stato in qualche modo coinvolto negli affari di suo figlio in Ucraina e in Cina, e il 42% pensa che abbia agito in modo illegale, mentre il 18% è convinto che le sue azioni non abbiano rispettato gli standard etici ma non siano state illegali.

Ma non è tutto, perché dalla medesima proiezione arriva un altro verdetto devastante da parte degli americani: solo il 39% approva l'operato del comandante in capo, ma soprattutto quasi la metà degli elettori registrati ritiene che qualsiasi repubblicano sarebbe un'alternativa migliore nel 2024. La mazzata arriva anche da parte degli elettori democratici, con il 67% che si dice convinto che il partito dovrebbe scegliere un altro candidato. Intanto la vice presidente Kamala Harris in un'intervista ha detto che «potrebbe dover subentrare» se Biden non fosse in grado di completare il suo mandato, ed è pronta a farlo se necessario. E una nuova grana per l'amministrazione arriva pure dalla questione migranti che sta mettendo in grossa difficoltà New York.

Il sindaco Eric Adams (democratico), ha avvertito che la crisi «distruggerà» la Grande Mela, e ha criticato duramente Biden per aver ignorato le sue richieste di aiuto, affermando che la Casa Bianca non ha dato «alcun sostegno» alla metropoli, dove sbarcano migliaia di richiedenti asilo ogni mese (in totale 110mila nell'ultimo anno).

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