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Il "campo larghissimo" fa flop alla prima uscita. La grande riscossa si schianta in Abruzzo

Schlein e Conte stavolta restano a Roma per aspettare lo spoglio delle schede. Primi mugugni La battuta d'arresto ora evidenzia i problemi. E anche in Basilicata le cose si complicano

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È tracollo. Che fine ha fatto l'effetto Sardegna? Il campo larghissimo (o affollato), da Renzi a Conte, fa flop in Abruzzo. Il governatore uscente Marco Marsilio si avvia verso il bis con un vantaggio di nove punti. Il candidato del centro-sinistra Luciano D'Amico si attesta al 45,3% dei voti. Mentre Marsilio tocca quota 54,7%. La debacle per il trio Calenda-Schlein-Conte è servita.

Altro che testa a testa. L'affluenza al 52,2 è in calo rispetto al 2019 quando era stata del 53,1. Ma il calo non basta a dare la spinta a sinistra. Conte e Schlein restano a Roma, in attesa dei dati definitivi per le prime valutazioni. Nel cerchio magico dell'ex premier Conte la riflessione a spoglio ancora in corso è abbastanza franca: «Quando non scegliamo noi il candidato presidente va malissimo». E poi: «Meglio perdere che condividere una vittoria con Renzi e Calenda». Nel Movimento c'è anche chi dà una lettura opposta alla sconfitta in Abruzzo: «Serve l'alleanza strutturale con il Pd a livello nazionale. Così si evitano continue discussioni sui candidati». Il «lodo Bettini», l'allargamento della coalizione da Conte a Calenda, non decolla. Fatica. Annaspa. Perde.

Dall'altra parte il Pd puntava tutto sulla vittoria. In campagna elettorale Schlein aveva schierato i due tutor Bonaccini e Bersani. Convinta del colpo grosso. Ed invece rimedia una scoppola pesante. Dopo l'Abruzzo, sulla strada del campo larghissimo ora c'è il voto in altre due regioni: Basilicata e Piemonte. Due test importanti per l'opposizione al governo Meloni. Due regioni nelle quali l'alleanza Pd-M5s non gode di ottima salute. In Basilicata, la candidatura Angelo Chiorazzo rischia di saltare definitivamente. Il fondatore della cooperativa Auxilium è fortemente sponsorizzato dall'ex ministro della Salute Roberto Speranza e da una parte del Pd. Il no dei Cinque stelle riapre i giochi. È spuntato il nome dell'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che però ha declinato l'offerta. Non è escluso che in assenza di un'intesa sia proprio Speranza il nome in grado di compattare il campo largo. Le elezioni in Basilicata sono in programma il 21 e 22 aprile: le liste vanno presentate entro il 22 e 23 marzo. Si riapre la trattativa in Piemonte, regione nella quale Chiara Appendino non vuole l'intesa con il Pd. La segretaria Pd Schlein mette sul tavolo il nome della fedelissima Chiara Gribaudo, che però sarebbe pronta al passo indietro in caso di intesa. Il dossier è nelle mani dell'ex sindaco Appendino che per ora non dà segnali di riavvicinamento ai dem. C'è poi il capitolo Renzi: il leader Iv è già pronto a infilare il dito nella piaga. Minaccia di far perdere al Pd la guida della città di Firenze. Schlein, senza primarie, ha schierato, per il dopo Nardella, il vicesindaco Sara Funaro. Italia Viva punta sul vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi.

Dopo l'ubriacatura sarda, il campo largo è già diventato il campo stretto e litigioso.

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