Guerra

A casa nostra sinistra e grillini da sempre coi nemici di Israele

Da D'Alema a Di Battista, simpatie antiche. Fratoianni e Conte timidi nella condanna, Ovadia: conseguenza della colonizzazione

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È colpa anche nostra, della destra, è colpa di Bibi Netanyahu. È colpa di Israele. A fine giornata Moni Ovadia non si vergogna di dirlo: «È la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione».

Dopo il terribile attacco orchestrato ieri da Hamas, la sinistra non trova le parole. E fa fatica a trovarle oggi perché sono sbagliate le parole che ha usato per una vita, colpevolizzando Israele e chiudendo un occhio - o entrambi - suoi nemici. I 5 Stelle sono «preoccupatissimi» fa sapere il capo Giuseppe Conte, che non condanna espressamente gli attacchi, ma invoca «il dialogo». Forse coi terroristi. Nicola Fratoianni di «Sinistra Italiana» è più sgamato: «La condanna non può che essere ferma» concede, ma garantisce che la guerra è «frutto della nostra ignavia». Nostra.

Di fronte alla mattanza di ieri arriva la condanna «esplicita» di Maurizio Landini della Cgil, e l'Anpi definisce «folle» l'attacco di Hamas. C'è di tutto nel magma della sinistra. Ma nella galleria dei suoi orrori ideologici un posto importante ce l'ha la aperta simpatia per gli odiatori di Israele. «La penso come Hamas» rivendicò nel 2021 Michela Murgia, ora scomparsa ma già assurta al ruolo di sacerdotessa del progressismo nostrano. Rispose incredula la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: «Significa sostenere il terrorismo islamista». Hamas è un movimento antisemita, omofobo, dedito per statuto alla distruzione degli ebrei. «Stai scherzando?» chiese alla Murgia il suo interlocutore. «Non scherzo mai su Gaza» rispose solenne la scrittrice.

Non era isolata. Alessandro Di Battista è finito su Al Jazeera, che riportava compiaciuta il suo «ragionamento». L'ormai ex «enfant prodige» grillino - fisso in tv - non faceva che argomentare così il suo «no» alle armi all'Ucraina: «Allora mandiamole anche ai palestinesi». L'ostilità anti-Israele è una costante del grillismo. Non a caso la deputata Stefania Ascari ha partecipato a Malmö alla «Conferenza europea dei palestinesi», salutata con soddisfazione da «Quds News Network», agenzia del mondo pro-Hamas. E Ascari ha ricevuto alla Camera un personaggio Mohammed Hannoun, vicino alla «resistenza» palestinese, ritratto in bella foto con Laura Boldrini, ma - si scrisse senza smentita - ricevuto dallo stesso Fratoianni. E un anno fa il senatore rossoverde Tino Magni, con Di Battista, figurava fra gli aderenti a «Gerusalemme è nostra», evento allestito - denunciò l'ex sottosegretario Ivan Scalfarotto - «da referenti di Hamas in Europa».

Da quasi 60 anni la sinistra italiana ha voltato le spalle a Israele. Ma lo stesso ha fatto quella inglese con Jeremy Corbyn, o il brasiliano Lula. Il Pci lo fece per obbedienza alla casa madre sovietica e per mille rivoli quell'ostilità è passata dalle sezioni alle piazzate tv di Michele Santoro («il fondamentalismo ha preso il posto del comunismo» ha sentenziato) ed è arrivata ai centri sociali, alle retrovie del 25 aprile, giù giù fino ai cortei in cui sono state bruciate le stelle di David e intonati slogan antisemiti. E ora si teme che col pretesto della reazione si scatenino gli antisionisti rossi, neri e populisti.

Minimizzare gli attacchi, condannare la reazione israeliana. Così va da sempre a sinistra. Due mesi fa il segretario del Prc Maurizio Acerbo ha accusato: «Italia complice di Israele», con tanta «solidarietà» alla «resistenza palestinese». La resistenza.

Nel 2006 l'allora ministro Massimo D'Alema si era fatto ritrarre a braccetto di un deputato di Hezbollah, sigla paramilitare sciita che oggi sostiene gli attacchi. Teorizzava, il «leader maximo», che Hamas dovesse essere riconosciuto come interlocutore: «È un movimento politico che ha vinto una delle poche elezioni nel mondo arabo». Sosteneva, D'Alema, che la sinistra avesse tradito i palestinesi.

A tutto ciò ha risposto idealmente il rabbino Giusppe Laras: «La sinistra ha tradito gli ebrei», si legge nel suo testamento.

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