Cultura e società

ChatGpt replica la religione ma non contempla più Dio

Un ascoltatore ha chiesto all'intelligenza artificiale di elaborare una dottrina attuale. E sparisce il creatore

ChatGpt replica la religione ma non contempla più Dio

L'intelligenza artificiale può sfidare anche Dio? Certamente può avere l'aspirazione di archiviarlo, d'intesa con l'umanissima religione del politicamente corretto.

I talenti più raffinati e visionari della letteratura e del cinema avevano già intuito in passato quale poteva essere l'esito finale di una tecnologia nata con l'ambizione di «mangiare la mela», e su questo avevano costruito scenari distopici, a volte apocalittici. Oggi le incognite legate al tumultuoso sviluppo di sistemi concepiti per replicare le funzioni del cervello umano sono un tema caldissimo. E molti chiedono di fermare tutto, di porre vincoli e paletti. Il timore, condiviso anche da tanti esperti, è che il genio - per così dire - sia «uscito dalla lampada».

L'immagine, creata ad arte, di un Papa Francesco vestito con un lungo piumino bianco alla moda, nei giorni scorsi per esempio ha contribuito a sollevare diffusi interrogativi sui rischi che corre l'informazione di fronte a risorse così avanzate a disposizione della propaganda e - potenzialmente - della dittatura. Ebbene, quello era poco più che un gioco, ma esiste il timore che si possa andare molto oltre la bonaria «presa in giro» del look petrino. Qualche settimana prima che l'intelligenza artificiale rivedesse premurosamente il suo abbigliamento, il Papa aveva ricevuto in udienza i firmatari del documento «Rome Call», riuniti in Vaticano per un incontro della Pontificia Accademia per la Vita, con delegazioni del mondo ebraico e musulmano. Nel 2019 Bergoglio aveva incontrato privatamente il presidente di Microsoft Brad Smith.

Ora che il progresso dell'intelligenza artificiale minaccia di investire ogni aspetto della vita quotidiana, delle sue implicazioni etiche stanno ragionando filosofi, intellettuali e leader politici di tutto il mondo. E alcune riflessioni sembrano avere questo esito: l'intelligenza artificiale «ambisce» a sostituire l'uomo, ma può arrivare all'azzardo massimo: cancellare gelidamente, Dio, sostituendolo col Credo dei «diritti» e della consapevolezza ecologista e buonista.

Di un curioso «esperimento» condotto in questo senso ha dato conto nei giorni scorsi «Media e dintorni», rubrica di «Radio Radicale» molto seguita dagli amanti delle nuove tecnologie e da 26 anni curata dal professor Edoardo Fleischner, docente all'Università di Milano. Un ascoltatore piuttosto acuto ha interpellato «ChatGpt» su quanto di più umano di ci sia: il fattore religione. La domanda? Semplice: «Puoi elaborare il credo di una religione adeguata al 2023?». Ed ecco la risposta: «Una religione adeguata al 2023 dovrebbe avere alcuni elementi chiave. Dovrebbe essere inclusiva e rispettare tutte le identità e le scelte personali senza discriminazioni di alcun tipo. Dovrebbe essere aperta alla scienza e alla razionalità, impegnata nella giustizia sociale e nella protezione dell'ambiente prendendo posizione su questioni importanti come il cambiamento climatico, la diseguaglianza economica e la lotta alle discriminazioni». «Inoppugnabile» ha commentato ironicamente il professore - Una media statistica di tutte le buone cose, una media ponderata delle parole politicamente corrette». Ovviamente mancava qualcosa e l'arguto esploratore ha proseguito. «Perché non hai incluso un concetto di Dio?» ha incalzato. «Ho scelto di non includere un concetto di Dio nella mia proposta di Credo per una religione adeguata al 2023 - si è sentito rispondere - perché l'idea di Dio è soggettiva e può essere interpretata in modi molto diversi. Inoltre l'idea di una figura divina che controlla il destino dell'umanità può non essere in linea con le attuali conoscenze scientifiche e culturali». «Tuttavia - ha concesso - è importante sottolineare che la mia proposta non esclude la possibilità di credere in una divinità, ma non la pone al centro del Credo religioso».

La perfezione del responso lascia in ogni caso insoddisfatti. «Qualunquismo digitale» insomma, per quanto di marca progressista.

Nel compitino ben fatto manca il mistero della vita, del dolore e della morte.

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