Cronache

Chiesti 5 anni per Genovese. E lui: "La mia vita distrutta"

In aula il figlio del regista: "Sono passato con il verde, non le ho viste". Ma la madre di Camilla: "Recitava"

Chiesti 5 anni per Genovese. E lui: "La mia vita distrutta"

«Nessuno come una mamma conosce sua figlia. Gaia dopo l'incidente in moto che nel 2011 aveva costretto il papà sulla sedia a rotelle, era diventata paurosa, attraversava la strada per mano e non avrebbe mai commesso un'imprudenza».

È un misto di tenerezza e determinazione, lacrime e sorrisi amari Gabriella Saracino, la mamma di Gaia Von Freyman, morta insieme a Camilla Romagnoli a Corso Francia, dopo essere state sbalzate via come foglie al vento dall'auto guidata da Pietro Genovese, figlio del regista Paolo.

Gabriella che impressione le ha fatto sentire le dichiarazioni spontanee fatte in aula dall'imputato?

«Spero stia veramente facendo i conti con la sua coscienza. Le sue parole non mi sono sembrate spontanee ma studiate a tavolino e ha ribadito le stesse bugie dette il giorno dopo l'incidente. Non era fermo al semaforo rosso, ma lo ha trovato verde provenendo da un altro verde. E la ricostruzione della dinamica fatta dal mio legale, Franco Moretti, lo ha dimostrato. Il ragazzo che ho visto in aula, con l'atteggiamento da pulcino spaurito, cozza con le registrazioni che abbiamo ascoltato della notte in cui ha ucciso Gaia e Camilla. Imprecava e urlava con gli amici. Una persona opposta a quella apparsa oggi in udienza».

Genovese ha detto che non ha tentato di fuggire. Ci crede?

«No. Ha detto che la sua intenzione era di andare al Tribar, sulla Flaminia. Ma dopo l'investimento ha provato a scappare prendendo la rampa verso la Salaria e si è fermato solo quando la macchina si è bloccata. Tante, troppe bugie».

Come si è comportata la sua famiglia con voi?

«Abbiamo avuto modo di sentirli e stanno vivendo un grande dolore. Credo però che questa tragedia poteva essere evitata».

Cosa ne pensa della richiesta di 5 anni formulata dal pm?

«Ribadisco di avere piena fiducia nella giustizia. Non cerco vendetta ma in ogni caso il fatto gravissimo che ha portato via due bambine non può essere sottostimato. Mi aspetto una decisione che sappia rispondere a queste legittime istanze. Cinque anni è una pena insufficiente per un ragazzo che viveva in una realtà off-limits, diversa da molti suoi coetanei. Hanno fatto l'esame dei liquidi a mia figlia e all'amichetta e nelle vene avevano solo acqua, nemmeno una birra».

Su Facebook lei continua a postare foto e video di Gaia. Perchè?

«Perdere una figlia è un dolore straziante, indescrivibile. A volte penso di impazzire senza di lei. Facebook spesso riporta alla mente ricordi, come filmati e foto pubblicati in questi anni. A volte Gaia li metteva senza che io lo sapessi. Ce ne sono alcuni in cui balliamo e ridiamo, l'ultimo eravamo nel parcheggio di Cavour. Era piena di amici ma le domeniche erano solo nostre, mamma-figlia. Sentire la sua voce, le immagini in cui ride serena mi dà conforto, aiuta a colmare un po' questo vuoto immenso. È morta il 22 e ogni mese, prima di quella data mi arriva qualche segnale. Otto giorni fa la sua gigantografia è caduta dal muro di casa. Lei è qui con me sempre e l'affetto dei suoi amici mi conforta.

La conoscevano e sanno che stava attraversando sulle strisce».

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