Cronaca nera

"Christian, amico e collega esemplare. Io e tutti gli altri siamo corsi qui da lui"

Il sindacalista della polizia è stato tra i primi ad accorrere al Niguarda: "Siamo coscienti dei rischi che corriamo, ma certe critiche ci fanno male"

"Christian, amico e collega esemplare. Io e tutti gli altri siamo corsi qui da lui"

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«Christian oltre a essere un amico da dieci anni è un collega, un poliziotto preparatissimo, impeccabile». Chi parla è Giuseppe Camardi, 47 anni, originario di Matera, Segretario Generale Provinciale FPS Polizia di Milano.

Christian Di Martino, 35 anni è l'ispettore di Polizia che in queste ore sta lottando per sopravvivere alle tre violente coltellate inferte da un pluripregiudicato marocchino.

Giuseppe, ci racconta cosa è accaduto?

«Erano le cinque e quindici di mattina quando mi è arrivato questo messaggio da un collega della Polfer, Luigi Rubino, che vi riporto integralmente: Peppone buonasera, scusa l'ora ma è una questione urgente. Alle 21 circa di ieri abbiamo avuto un intervento alla stazione di Lambrate. Un soggetto straniero lanciava sassi contro treni. Io e il collega Tosco Damiano ci siamo portati sul posto e il soggetto ha iniziato a lanciarci sassi contro, colpendo me sul gomito poiché mi ero protetto la testa. Il collega Tosco ha avuto una contusione alla caviglia. Abbiamo richiesto l'intervento alla Questura che ha immediatamente inviato delle Volanti. Successivamente un ispettore, Christian di Martino, dopo aver utilizzato invano il taser, è stato colpito da tre coltellate alla schiena. Immediatamente ci siamo fiondati sul soggetto e Tosco gli ha messo le manette e io le fascette. L'ispettore è stato trasportato in codice rosso al Niguarda, sembrerebbe fuori pericolo di vita».

A questo punto lei cosa ha fatto?

«Sono corso all'ospedale per accertarmi come stesse Christian. Come me moltissimi altri colleghi perché vede, noi poliziotti siamo una famiglia. Siamo tutti sconvolti e in apprensione per Christian».

Lei adesso si trova in ospedale, ci può dire qualcosa di più sulle condizioni di Christian?

«Purtroppo Christian durante l'operazione durata sette ore ha avuto cinque arresti cardiaci (sono state usate quaranta sacche di sangue e trenta di plasma). Attualmente ha un edema polmonare e a breve sarà spostato in terapia intensiva in prognosi riservata».

Giuseppe, il vostro lavoro vi espone a rischi continui. Mi dica la verità, lei ha paura?

«Paura no, perché noi facciamo il nostro lavoro coscienti dei rischi che corriamo. Io sono poliziotto, mio fratello carabiniere, mio padre faceva il vigile del fuoco. Questo lavoro lo abbiamo scelto e lo facciamo con passione. Siamo sempre a disposizione dei cittadini tutti i giorni e mi creda, a volte fanno male le ingiuste critiche che ci rivolgono. Deve sapere che ogni giorno siamo sottoposti a un bivio mortale».

Quale?

«Scegliere se intervenire con forza durante un servizio, ma rischiare per questo un processo, oppure usare tutte le cautele del caso e finire come Christian in un letto di ospedale a lottare fra la vita e la morte».

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