Politica estera

La corsa contro il tempo del "governo Ursula"

Legislatura agli sgoccioli: ecco tutti i dossier che non verranno approvati

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L'avvicinarsi della fine della legislatura europea impone un'accelerazione da parte della maggioranza Ursula per cercare di chiudere i numerosi dossier ancora aperti eppure, nonostante la volontà delle istituzioni di Bruxelles, difficilmente si riusciranno ad approvare tutte le principali questioni ancora in ballo.

Le matasse da dipanare sono numerose e tutt'altro che secondarie al punto che il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha affermato «ci sono ancora 177 proposte legislative aperte». Un numero troppo altro per un anno di attività anche perché, come ha spiegato la Metsola a margine dell'incontro con i capi di Stato e di governo la scorsa settimana, «una larga parte del semestre di presidenza belga sarà presa dalla campagna elettorale». Il semestre di presidenza del Belgio seguirà quello spagnolo che è in corso e sarà nei primi mesi del 2024, ciò significa che eurodeputati e Stati membri dovranno cercare di chiudere entro la fine dell'anno «quanti più file possibile, o almeno farli avanzare».

Metsola è consapevole dell'esistenza di una gerarchia nei temi e definisce il dossier sull'immigrazione «molto importante» perciò «occorre agire, è urgente». Pesa nella ricerca di una soluzione comune la posizione dei governi di Polonia e Ungheria che all'ultimo Consiglio europeo non hanno sottoscritto le conclusioni proposte. La necessità di giungere a una soluzione in materia di immigrazione prima della fine della legislatura europea è sottolineata anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha affermato «è importante che le trattative siano concluse rapidamente prima delle Europee».

Eppure l'immigrazione è solo uno dei tanti dossier aperti, proprio in questi giorni tiene banco la questione della ratifica del Mes da parte dell'Italia ma il principale argomento di discussione rimane il Green Deal in tutte le sue numerose sfaccettature ed è proprio sui temi verdi che la maggioranza Ursula, come testimonia il voto della scorsa settimana sulla «Legge per il ripristino della natura», scricchiola.

Se a fatica si è giunti all'approvazione della direttiva sull'automobile con lo stop ai mezzi diesel e benzina dopo il 2035, sono ancora in corso i negoziati ufficiali (trilogo) in cui i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione stanno discutendo sulla direttiva Ue sulla casa. Gli argomenti che toccano il Green Deal sono numerosi: si va dalla discussione sugli imballaggi a quelle sull'alimentazione passando per lo stop alle caldaie a gas.

Se i nodi da sciogliere nei prossimi mesi sulle leggi comunitarie sono vari e mettono a dura prova una maggioranza sempre più in crisi, un capitolo a parte meritano le questioni aperte tra Bruxelles e Roma. Oltre al già citato Mes e alla direttiva sugli edifici green, c'è la questione Pnrr che non riguarda solo l'erogazione della terza rata ma la durata del piano e la revisione dei progetti presentati. A ciò va aggiunta la richiesta europea all'Italia di realizzare la riforma del Catasto, mentre è ancora irrisolta la partita sulle concessioni balneari su cui Bruxelles ha già aperto una procedura di infrazione all'Italia.

A onor del vero, parte delle richieste che arrivano da Bruxelles sono figlie di un approccio ideologico, specie sui temi ambientali, che un cambio di maggioranza il prossimo anno potrebbe rivedere, non resta nei prossimi mesi di provare a contenere i danni di ciò che rimane della maggioranza Ursula.

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