Cinema

Così "doge" Giorgio porta Arlecchino in Laguna

Sulla passerella alcuni degli spettacolari modelli della collezione presentata lo scorso gennaio a Parigi

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Venezia Re Giorgio diventa il Doge Armani della Serenissima nelle ore che precedono l'indimenticabile One Night Only in Venice organizzata ieri sera all'Arsenale di Venezia per festeggiare l'80simo Festival del cinema. Sulla banchina davanti al museo navale della citta dove è attraccato il Main (il panfilo nero da 65 metri che lo stilista-imprenditore ha chiamato con il diminutivo in piacentino del nome di sua madre, Maria) c'è un vero e proprio pellegrinaggio di uomini, donne e bambini. «Tra loro racconta Armani ho visto una signora di circa 85 anni che tentava di farmi una foto. Così sono sceso e le ho chiesto se voleva farsi fotografare con me. Era così felice e commossa che mi ha ripagato di tutte le fatiche fatte per il mio lavoro».

La scena si è poi ripetuta con Benicio del Toro che lo ha abbracciato come se fossero fratelli anche se non si erano mai visti. Il bello è che applausi e omaggi non sono mai mancati allo stilista più famoso del mondo, ma stavolta l'entusiasmo della gente comune sembra contare molto più di quello degli 80 personaggi famosi tra i 500 invitati alla serata.

La più amata e applaudita di tutti è stata ovviamente Sophia Loren, la signora Italia che piace al mondo, ancora bellissima nonostante compia 89 anni tra due settimane. Apprezzatissimo anche Regè-Jean Page, l'attore britannico protagonista della prima stagione di Bridgerton, mentre agli amanti del cinema d'autore non è sfuggita l'augusta presenza di registi come Ang Lee, Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore e Luca Guadagnino.

Eppure Armani ha continuato a sottolineare che il vero senso di questo evento che esula dal sistema didattico delle sfilate sta nel riuscire a trasmettere a tutti la sua attenzione spasmodica ai dettagli, il suo tener duro su certi principi, quella ricerca di pace e armonia che in lui è tanto etica quanto estetica. «Non m'interessa tanto la moda quanto l'atmosfera che c'è qui» ha detto lui infatti entrando nella gigantesca sala sfilate allestita nelle Tese delle Nappe, gli antichi magazzini perfettamente restaurati dell'Arsenale, il cantiere costruito a Venezia nel XII secolo e diventato per secoli la più grande industria navale del mondo.

Sulla passerella decorata dagli stessi rombi del costume di Arlecchino nei colori pallidi e sofisticati da sempre cari ad Armani, si sono rivisti alcuni degli spettacolari modelli della collezione Armani Privè presentata lo scorso gennaio a Parigi. Stavolta, però, nei 65 modelli presentati da altrettante modelle, c'erano dei voluti tocchi di eccentricità, quasi delle licenze poetiche che il maestro si è voluto concedere. «Questa sfilata dev'essere come un colpo di fulmine» ha detto lui poco prima di far uscire le ragazze. La prima indossava una strepitosa giacca dorata con una finta zip ricamata lungo il bavero e sull'allacciatura. Sotto una canotta a losanghe romboidali e degli impeccabili pantaloni neri «Giusto per ricordare quel che faccio da sempre» ha detto lui per poi invaderci gli occhi e il cuore con ricami, volants, sete, taffetas, stoffe luccicanti, tagli sublimi, costruzioni impeccabili e colori da perdere la testa, gli stessi usati da Pablo Picasso per il suo celebre Arlecchino.

Il bello è che l'intero evento è stato fatto nel rispetto delle più severe regole di ecosostenibilità e con robuste donazioni per la salvaguardia di Venezia.

«E' un problema di cui si deve occupare il mondo» ha concluso Armani senza per altro tirarsi indietro dal metter mano al portafogli.

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