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Crisanti "scolaretto", Calenda ammira gli affreschi. Ecco i nuovi senatori

Continuano le procedure di accredito per i senatori in vista della prima seduta del nuovo Parlamento. "Primo giorno di scuola" anche per la senatrice a vita Liliana Segre, che giovedì presiederà i lavori

Crisanti "scolaretto", Calenda ammira gli affreschi. Ecco i nuovi senatori

Nei corridoi di Palazzo Madama fervono i preparativi in vista di giovedì prossimo, quando si insedierà il nuovo Parlamento (in formato ridotto: 400 deputati e 200 senatori) e verranno eletti i presidenti delle due Camere. A presiedere i lavori del nuovo Senato nella seduta inaugurale sarà Liliana Segre. La senatrice a vita 92enne, vittima delle persecuzioni naziste e sopravvissuta ad Auschwitz, sarà accompagnata da un ufficio di presidenza provvisorio composto dai sei senatori più giovani: Francesca Tubetti, di Fratelli d’Italia, Anna Bilotti, del M5S, Nicola Irto del Pd, Luca Pirondini, M5S, Mario Alejandro Borghese, eletto in America Meridionale con il Maie, e Guido Quintino Liris, anche lui di FdI. Per lei le procedure di accreditamento si sono svolte privatamente, come previsto in casi particolari.

In mattinata arriva anche il governatore uscente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, di Fratelli d’Italia, che cerca di sfuggire il più possibile alle telecamere. "Questo è un periodo nel quale dobbiamo sapere ascoltare più che parlare", è tra le poche frasi che pronuncia davanti ai giornalisti. Bocca cucita anche per Dario Franceschini. L’ex ministro, ora all’opposizione, parla fitto fitto per qualche minuto con la collega Susanna Camusso. L’ex segretaria della Cgil è alla prima esperienza in Senato. "Non esiste un autosufficienza del mondo del lavoro senza sponde legislative regolatorie. – commenta poi la sindacalista parlando con i giornalisti - È come trovarsi dalla stessa parte ma con una diversa angolatura".

Ad arrivare in mattinata è anche Carlo Calenda, che si intrattiene nella Sala Maccari ad ammirare gli affreschi, improvvisando una lezione di storia sull’antica Roma. Tra ieri e oggi il numero di senatori accreditati ha raggiunto quota 132. Moltissimi sono alla prima esperienza, come i pentastellati Orfeo Mazzella, Luigi Nave e Ada Lopreiato. È l’undicesima legislatura, invece, per Pier Ferdinando Casini, eletto con il Pd in Emilia Romagna. Per il senatore bolognese però l’emozione è sempre la stessa: "È questo il momento in cui avverti la responsabilità di rappresentare i cittadini". Stavolta, forse, ancora più delle altre: "L’Italia non ha mai avuto tanti problemi come oggi, mi auguro che il governo e il Parlamento lavorino insieme in uno spirito di collaborazione istituzionale necessaria per risolvere i problemi degli italiani delle famiglie in difficoltà".

Casini parla anche della premier in pectore, Giorgia Meloni: "L'atteggiamento di quello che sarà il presidente del Consiglio incaricato mi sembra improntato alla responsabilità e alla consapevolezza che le difficoltà sono tante, il governo lo valuteremo quando ci sarà". "Nessun atteggiamento sbracato, che in questo caso va evitato accuratamente. Ed anche il fatto che si sia festeggiato con grande senso della misura - sottolinea - per me è un elemento positivo". Nel pomeriggio sono arrivati nella sala Nassyria anche Isabella Rauti, di Fratelli d’Italia e l’ex ministro Beatrice Lorenzin, al suo esordio da senatrice. "Sarà una legislatura complicata, siamo in mezzo ad una guerra", commenta.

"Pronto a qualsiasi sfida", si dichiara Paolo Zangrillo, eletto senatore con Forza Italia, che domani si riunirà alle 18 con i colleghi di partito. Tra i volti noti anche Maurizio Gasparri, l'atleta paralimpica Giusy Versace, l'ex ministro Graziano Delrio, Maria Stella Gelimini e il virologo Andrea Crisanti, al suo esordio in Parlamento. "Sono emozionato come uno scolaretto al primo giorno di scuola", confessa ai cronisti. "Essendo stato eletto in una circoscrizione estera mi occuperò degli italiani che vivono fuori dall'Italia che hanno molti problemi.

Però sono un ricercatore, un educatore, un medico e questi sono campi – rivendica il professore dell’Università di Padova - in cui penso di poter dire qualcosa".

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