Coronavirus

Dagli Agnelli ai Caprotti: pioggia di fondi dai mecenati

Gara di donazioni: dal re dei supermercati 10 milioni, come dalla famiglia che controlla Fca. Tre dai Benetton

Dagli Agnelli ai Caprotti: pioggia di fondi dai mecenati

L'impresa tricolore batte un colpo da oltre 100 milioni di euro per sostenere gli ospedali e gli enti locali nella disperata lotta al Covid-19. La potremmo chiamare semplicemente una «gara di solidarietà», ma la pioggia di donazioni che sta arrivando dalle storiche famiglie dell'industria italiana, dai Caprotti a Berlusconi passando per Tronchetti Provera, Agnelli, Doris, Barilla e Caltagirone, è più di un forte segnale: è un aiuto concreto che, raccogliendo anche l'appello avanzato sul Giornale da Remo Ruffini (Moncler, proprio Moncler ieri ha messo a disposizione 10 milioni di euro per il progetto), restituisce al territorio (in particolare quello milanese) parte di quello che ha avuto. Quello spirito che oggi fa degli imprenditori italiani dei veri e propri «mecenati moderni». Donazioni in denaro, acquisto di materiale sanitario o utile alla causa.

Il filo rosso che unisce gli ospedali lombardi e nazionali al capitalismo italiano è sempre più lungo. Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha effettuato una donazione da 10 milioni alla Regione Lombardia per l'acquisto di materiale sanitario di grande necessità. A distanza di poche ore si sono mossi anche altri grossi nomi del capitalismo italiano: il patron di Esselunga Giuseppe Caprotti (figlio del fondatore Bernardo) e la famiglia Caltagirone hanno annunciato donazioni da 10 milioni e da 1 milione. La famiglia Agnelli, inoltre, ha scelto la Protezione civile per un sostegno da 10 milioni. I Caltagirone hanno destinato 1 milione al Gemelli e allo Spallanzani e la Barilla 2 milioni al Maggiore di Parma.

A dare il «la» al finanziamento privato erano stati, pochi giorni fa, i «Ferragnez» - acronimo di Chiara Ferragni e Fedez - che donando 100mila euro all'ospedale San Raffaele di Milano, hanno veicolato una raccolta fondi da 4 milioni di euro.

Tra le tante imprese, sono scese in campo con 1 milione Selex (gdo), Caleffi, Technogym, Campari, Consorzio grana padano. E poi ancora Lavazza con 10 milioni, Fastweb con 100mila euro (e una raccolta fondi tra i dipendenti), Azimut con 220 mila euro, Autostrada del Brennero con 900 mila euro. Tra le fondazioni, 100mila euro dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera che ha aderito alla raccolta fondi promossa da Pirelli a favore dell'Ospedale Sacco di Milano. E 500mila euro dalla Fondazione Vodafone. Tra le iniziative personali Andrea Recordati, ad del gruppo Recordati, e sua moglie Anya, hanno invece donato 700mila euro.

Anche il mondo dell'energia si è mobilitato. Eni con un pacchetto di interventi da 30 milioni. Altri 20 milioni sono stati messi a disposizione da Snam e 600mila euro da Italgas. Le banche si sono impegnate con la sospensione dei pagamenti delle rate di rimborso dei finanziamenti a famiglie e imprese. E, portafoglio alla mano, Unicredit ha messo sul piatto 2 milioni perché la Protezione civile possa acquistare materiale utile ad affrontare l'emergenza. A distanza di qualche giorno, Intesa Sanpaolo si è detta «pronta a donare 100 milioni e a erogare finanziamenti fino a 5 miliardi alle famiglie e imprese». Inoltre, Banca Mediolanum, della famiglia Doris, ha staccato un assegno da 100 mila euro al Sacco di Milano. E Generali ha costituito un fondo da 100 milioni.

Guardando al settore moda, il primo assegno è stato firmato da Giorgio Armani: 1,25 milioni. Poi sono arrivati 2 milioni da parte di François-Henri Pinault, patron di Kering, colosso del lusso cui fanno capo numerosi marchi italiani. Il gruppo Prada ha donato due postazioni complete di terapia intensiva a tre ospedali milanesi. Mentre da Sergio Rossi (Diesel) sono arrivati 100mila euro.

A ruota, la famiglia Benetton ha dato 3 milioni; e 200 mila euro sono arrivati da Donatella Versace e la figlia Allegra.

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