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De Luca lancia la sfida alla segretaria. "Cacicca che ha già fatto tre mandati"

Elly Schlein? "Una cacicca ante-litteram, che si è già concessa tre mandati prima dei 40 anni"

De Luca lancia la sfida alla segretaria. "Cacicca che ha già fatto tre mandati"

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Elly Schlein? «Una cacicca ante-litteram, che si è già concessa tre mandati prima dei 40 anni». La linea del suo Pd? «Suicida». La classe dirigente del Nazareno? «Autentiche nullità politiche, miracolati e cooptati che non avrebbero neanche il voto delle loro mamme». Il commissariamento del Pd campano ad opera di Roma? «Un atto di delinquenza politica», dovuto a una semplice vendetta perché «in Campania, alle primarie, il 70% ha detto no al look di Schlein».

È un Vincenzo De Luca (nella foto) unchained quello che, da Napoli, fa partire la sua sfida contro la leader dem che vuole impedirgli di candidarsi per un terzo mandato da governatore della Campania, e che lo ha bollato come simbolo del male con un termine («cacicco») che lui le rivolta facilmente contro: «Si è già fatta una legislatura da parlamentare europea, una da vice-presidente di Regione e ora una da parlamentare nazionale. Basta finzioni». Poi l'affondo perfido contro la segretaria con anesso armocromista: «Mi imbarazza avere gente che butta 300 euro l'ora in imbecillità. Che credibilità ha chi ha questa coerenza tra modo di vivere e modo di parlare?».

Tra il Pd di Schlein e la Campania di De Luca è ormai guerra aperta. Al punto che ieri, al Nazareno, si stava disperatamente tentando di spostare altrove (già era stato consultato il sindaco di Bari, Antonio De Caro) la manifestazione contro l'Autonomia differenziata proposta dal governo, convocata dal Pd nazionale a Napoli per il 15 luglio. Perché De Luca aveva fatto capire che non ci sarebbe neppure andato, boicottando l'evento («Una piccola mattinata di inutili chiacchiere propagandistiche»), se il Pd non avesse dato risposta alla questione da lui posta: quando si terrà il congresso regionale del Pd campano, ponendo fine al regime di commissariamento, nella persona del responsabile economico Pd Antonio Misiani?

Il Nazareno però non vuole un congresso che De Luca, forte del proprio consenso in regione, vincerebbe in carrozza, e intende protrarre il regime commissariale fino «almeno alle elezioni europee», dicono al Nazareno. E il commissariamento è funzionale a bloccare qualsiasi ipotesi di ricandidatura di De Luca alle Regionali del 2025. Basterà? Nel Pd nutrono molti dubbi: «Vincenzo va avanti per la sua strada: è convinto che Schlein non arriverà al 2025. E intanto minaccia di candidarsi come terzo incomodo, condannandoci alla sconfitta sicura», dice un dirigente campano. Anche perché i nomi alternativi che girano, nota, non sono certo fortissimi: si va dal 5S Roberto Fico («De Luca se lo mangia in un boccone») all'attuale sindaco di Napoli Manfredi («Così perderemmo sia la regione che il comune»). De Luca, temono i dem, potrebbe far votare in Consiglio regionale il via libera al terzo mandato, spaccando il Pd. E ben sapendo che anche altri governatori (da Emiliano in Puglia al leghista Zaia in Veneto) lo vogliono.

Proprio Emiliano (che rischia di non ottenere un seggio alle Europee, e dunque punta al terzo mandato) ha recentemente avvertito Schlein: «Gli statuti di Campania e Puglia non hanno limiti: non so come il Pd possa fermare la volontà di De Luca di candidarsi. In Puglia il Pd ha il 19% e noi abbiamo vinto col 47%: come si arriva a questo risultato io e De Luca lo sappiamo, qualcuno a Roma no».

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