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Tra Londra e Parigi in scena il nuovo round di ultimatum e minacce

Mentre a Glasgow vanno in scena sorrisi e strette di mano di circostanza tra Emmanuel Macron e il padrone di casa Boris Johnson, la tensione tra Regno Unito e Francia sulle licenze per la pesca nel canale della Manica torna alle stelle

Tra Londra e Parigi in scena il nuovo round di ultimatum e minacce

Mentre a Glasgow vanno in scena sorrisi e strette di mano di circostanza tra Emmanuel Macron e il padrone di casa Boris Johnson, la tensione tra Regno Unito e Francia sulle licenze per la pesca nel canale della Manica torna alle stelle. La ministra degli Esteri britannica Liz Truss ha avvertito ieri la Francia che ha «48 ore di tempo» per ritirare le minacce di rappresaglia, altrimenti Londra si appellerà al meccanismo previsto dall'accordo della Brexit per la soluzione delle dispute, chiedendo «misure compensatorie».

L'accordo post Brexit fra Gran Bretagna e Unione Europea prevede che Londra conceda licenze di pesca ai pescherecci che hanno finora operato nelle sue acque. I francesi sostengono però che i britannici abbiano disatteso gli accordi, concedendo la metà delle licenze dovute. E minacciano ritorsioni a partire da oggi, con la chiusura dei porti ai pescherecci britannici e un rafforzamento dei controlli doganali su camion e navi che attraversano la Manica. Da qui la reazione inglese. «I francesi hanno fatto minacce completamente irragionevoli alle isole del Canale e la nostra industria della pesca», ha detto Truss. «La questione deve essere risolta in 48 ore», cioè entro domani, altrimenti il Regno Unito intraprenderà un'azione legale, ha detto ancora Truss, lasciando poi intendere che Macron agisca per motivi elettorali, in vista delle presidenziali che si terranno ad aprile 2022 in Francia.

Il leader francese si era espresso nella conferenza stampa a conclusione del G20 di Roma: con Londra «non voglio una escalation - aveva detto - ma bisogna essere seri, molte licenze non sono state rinnovate per motivi non compresi», se Londra «continuerà in questo senso ci saranno ritorsioni, ma sarebbe meglio trovare un accordo». «Ora la palla è nel loro campo, se non faranno gesti concreti allora le misure dal 2 novembre saranno portate avanti». «È questione di fiducia e di credibilità. I punti sono pesca e protocollo nordirlandese».

Durante l'incontro bilaterale a margine del G20, il primo ministro britannico Boris Johnson aveva «sollevato con Macron la questione del protocollo sull'Irlanda del Nord», definita la questione più importante che pesa sulle relazioni tra Regno Unito e Unione Europea». Tra Gran Bretagna e Nord Irlanda al momento vengono effettuati controlli che Belfast e Londra vorrebbero rivedere perché minerebbero l'integrità del Regno. E potrebbero provocare un ritorno a violenze e tensioni. Ieri un autobus è stato dato alle fiamme dopo essere stato dirottato da uomini armati e mascherati a Newtownards, nella contea di Down, in Irlanda del Nord.

Secondo la ministra delle Infrastrutture nordirlandese, Nichola Mallon, i due uomini mascherati «hanno mormorato qualcosa sul protocollo» durante il sequestro, ha detto Mallon.

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