Politica estera

Economista Usa vicina a Big Tech rinuncia all'incarico Ue

L'economista statunitense Fiona Scott Morton ha rinunciato a diventare capo economista della Direzione generale Concorrenza della Commissione Europea

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L'economista statunitense Fiona Scott Morton ha rinunciato a diventare capo economista della Direzione generale Concorrenza della Commissione Europea, alla luce delle «controversie politiche che si sono prodotte a causa della decisione di selezionare un non europeo per questo incarico». La notizia è stata diffusa dalla vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, via social, che accetta la decisione «con rammarico» e spera che Scott Morton «continuerà a utilizzare il suo straordinario apparato di competenze per spingere per una forte applicazione della concorrenza».

La nomina di Scott Morton era stata criticata da eurodeputati di diversi partiti e anche da esponenti di governo, sia per la sua nazionalità non Ue che per passati incarichi di consulenza che aveva svolto per grandi aziende Usa: la ministra francese agli Affari Europei Catherine Colonna si era detta «stupefatta» per la sua nomina ad un incarico cruciale della Dg Concorrenza.

Soddisfatto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia-Ecr, Vincenzo Sofo, che in una nota spiega: «Dopo le proteste sollevate in questi giorni da me e altri eurodeputati, stamattina (ieri mattina, ndr) è finalmente arrivata la rinuncia all'incarico da parte di Fiona Scott Morton, la lobbista delle Big Tech che il commissario europeo alla concorrenza Vestager aveva nominato alla direzione generale per la Concorrenza. È una buona notizia - spiega ancora l'eurodeputato Sofio - visto il clamoroso conflitto d'interesse che avrebbe innescato, considerando che Scott Morton avrebbe dovuto determinare le politiche europee per regolamentare, l'attività proprio di colossi come Microsoft, Apple e Meta per i quali la stessa Scott Morton lavorava come consulente».

All'economista statunitense, professoressa di economia alla Yale University, non mancavano dunque le qualifiche, tra cui il suo precedente lavoro per il dipartimento antitrust del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti durante la presidenza di Barack Obama.

Ma per molti è mancata la fiducia a causa del suo lavoro per le Big Tech americane.

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