Cronache

Elisa, ammazzata senza un perché. Il killer: "Sentivo bisogno di uccidere"

Indagini sul rituale del taglio dell'orecchio. Si conoscevano?

Elisa, ammazzata senza un perché. Il killer: "Sentivo  bisogno di uccidere"

«Ho sentito il bisogno di uccidere». È la confessione di Fabrizio Biscaro, il 34 enne di Farra di Soligo (Treviso) che giovedì scorso ha ucciso a coltellate Elisa Campeol, una donna di Pieve di Soligo che stava prendendo il sole sul fiume a Moriago della Battaglia, nel trevigiano. Lui le ha sferrato venti coltellate. E dopo le coltellate le ha reciso il lobo destro dell'orecchio perché, avrebbe detto al gip, voleva conservare un ricordo. Voleva esibirlo come trofeo.

La storia è alquanto agghiacciante e il lavoro di indagine è svolto dal Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Treviso e dalla compagnia di Vittorio Veneto. Sono le sette del mattino di mercoledì scorso, quando Biscaro va al lavoro. Lavora in un'azienda del posto. Alle sette puntuale timbra il cartellino ma dopo un'ora se ne va. Prende l'auto e inizia a girare. Guarda alcuni video sul telefonino e per pranzo torna a casa. Mangia con i genitori e al pomeriggio torna fuori. Va a prelevare, entra in un bar, dove acquista una cinquantina di biglietti di Enalotto e Superenalotto, poi va al centro commerciale e acquista cibo e un coltello. Continua a girare in auto, prende la Feltrina e raggiunge Fiera di Primiero in Trentino. Passa la notte fuori, dormendo in macchina. La mattina di buonora si sveglia e torna indietro. I genitori nel frattempo vanno dai carabinieri a denunciare la scomparsa. In passato aveva avuto problemi psichici.

Si reca nell'isola dei Morti a Moriago, dove lascia l'auto. È qui che vede la sua vittima e la colpisce. Le tende un vero e proprio agguato. Elisa è lì, in una pausa, che prende il sole. La accoltella svariate volte, prima alla schiena, lei cade dal lettino, tenta disperatamente di difendersi, come testimoniano le numerose ferite da taglio sulle braccia, ma lui le sale sopra. E le sferra una coltellata dietro l'altra. Poi le recide il pezzo di orecchio. Due escursionisti lombardi, padre e figlio, assistono agghiacciati alla scena, ma ormai è troppo tardi. Lui aveva «già finito». I soccorritori arrivano, ma Biscaro scappa. Per Elisa purtroppo non c'è nulla da fare.

A questo punto l'aggressore va dai carabinieri e si costituisce. Si presenta dai militari dell'arma con i vestiti insanguinati e le ferite alle braccia. Con sé ha uno zainetto dove tiene il coltello con cui ha ammazzato Elisa. E un sacchetto con il pezzo di orecchio di lei. Qui ammette di essere stato lui. E di aver sentito quel sentimento di rabbia che l'ha portato a uccidere per far del male a qualcuno. Ora è nel carcere di Santa Bona, sorvegliato, con l'accusa dell'omicidio volontario premeditato. Forse sarà trasferito in una struttura di salute mentale specializzata e sottoposto a perizia psichiatrica.

I magistrati vogliono capire se, il taglio dell'orecchio, non sia un elemento in qualche modo rivelatore di una connotazione sessuale del delitto. E se i due si conoscessero. Coetanei, di paesi vicini.

Il telefono e il computer di lui sono stati posti sotto sequestro. Una delle piste che vengono seguite dagli inquirenti è che i due si fossero incontrati on line su alcuni forum di medicina olistica che frequentavano.

Ma soltanto gli accertamenti tecnici sui dispositivi elettronici potranno confermare questa ipotesi.

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