Cronaca nera

Esame del Dna sulle ossa di Marghera ."Può essere il cadavere della Noventa"

Si cerca di capire se siano i resti della donna, uccisa 7 anni fa. In carcere per l'omicidio, l'ex fidanzato Sorgato e sua sorella

Esame del Dna sulle ossa di Marghera "Può essere il cadavere della Noventa"

Cold case a Marghera. I resti umani trovati lunedì scorso in via della Chimica e la cella telefonica che aggancia per mezz'ora, in quel punto, Freddy Sorgato, il killer di Isabella Noventa. L'ex fidanzato della segretaria padovana scomparsa il 16 gennaio del 2016 e il cui corpo non è mai stato trovato, la mattina dopo l'omicidio era nella zona dove sono state rinvenute ossa di bacino, cranio, femore, costole e parte di spina dorsale.

Ma i resti appartengono davvero alla donna trucidata dai fratelli Sorgato, con la complicità della tabaccaia Manuela Cacco, o è solo una maledetta coincidenza? In attesa della comparazione del Dna, di certo c'è la confessione dell'uomo, autotrasportatore di benzina e gasolio, che a processo racconta di aver ucciso la donna di Albignasego, impiegata in uno studio medico, nella sua abitazione a Sabbioni, Ferrara. Un giallo complicato da depistaggi e bugie dei tre indagati. La prima versione di Freddy, 47 anni, compagno della vittima, camionista con la passione per il ballo, è quella di averla accompagnata, dopo aver mangiato una pizza, a un appuntamento con un'amica in piazza dell'Insurrezione. Sono le 22 del 15 gennaio. Da quel momento si perdono le tracce della Noventa. Mistero fitto sulla fantomatica amica. La versione di Freddy regge un mese. All'ennesimo interrogatorio l'uomo crolla. «È morta durante un gioco erotico. Il corpo? Gettato nel Brenta». Ne escono in stato di fermo Freddy, la sorella Debora e la dipendente della tabaccheria di Sorgato, Manuela Cacco che si scoprirà sua amante. L'accusa per il diabolico trio è di omicidio premeditato in concorso. Nonostante la versione non convinca, la Procura decide di scandagliare il fiume alla ricerca del cadavere. A ridosso delle chiuse s'immerge l'agente Rosario Sanarico, 52 anni, sommozzatore della polizia che viene risucchiato dalle acque e muore. Si fa strada un'altra ricostruzione, quella definitiva, grazie anche alla confessione della tabaccaia.

Freddy e Isabella, dopo la pizzeria, vanno a casa dell'uomo a Sabbioni per concludere la serata. Nella villetta di Freddy, però, l'aspetta Debora, ideatrice dell'assassinio, che l'aggredisce a colpi di martello e la finisce con una busta di plastica sulla testa. Il movente? La gelosia delle due donne nei confronti di Isabella. Quando arriva Manuela il corpo è già sparito. Debora a quel punto si infila il piumino bianco della poveretta e va a Padova con il fratello e la sua amante. Inizia la sceneggiata per le vie del centro storico di Debora e Manuela davanti le telecamere per confermare, poi, la versione di Freddy. Un tentativo goffo e maldestro di deviare gli inquirenti su una pista fasulla che in aula risulterà fatale per tutti e tre. In primo e secondo grado i fratelli Sorgato sono condannati a 30 anni di carcere, Manuela a 16 anni e 10 mesi.

E nel 2020 la Cassazione conferma la sentenza dei due gradi di giudizio.

Commenti