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Le Europarlamentarie da incubo dei grillini tra complottisti, filo-Putin e anti-Israele

Papabili l'ex deputato Bernini, teorico dei microchip, e una scrittrice erotica

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Le Europarlamentarie da incubo dei grillini tra complottisti, filo-Putin e anti-Israele

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C'è il complottista e l'antiamericano. L'ambientalista emulo di Greta Thunberg e un filotto di ex parlamentari e portaborse. Non mancano nemmeno una sessuologa e una scrittrice erotica. Sono gli aspiranti europarlamentari del M5s, che sgomitano per un'occasione a Bruxelles. Tra i pentastellati arrivati al secondo turno delle Europarlamentarie online c'è di tutto. Un po' come accadeva agli inizi dell'epopea del grillismo. Solo che stavolta i futuri candidati dovranno sostenere un colloquio con Vito Crimi e Paola Taverna prima di essere inseriti in lista. E Giuseppe Conte, nei prossimi giorni, farà votare anche un listino di nomi della società civile scelti direttamente da lui.

Tra il passato e il futuro del M5s, colpisce il nome dell'ex deputato Paolo Bernini, sbarcato alla Camera nel 2013. In lizza nel Nord Est, Bernini è uno dei personaggi più iconici della prima nidiata di grillini. Undici anni fa era un pioniere del complottismo più naif. «Non so se lo sapete, ma in America hanno già iniziato a mettere i microchip nel corpo umano per controllare la popolazione», scriveva sui manifesti elettorali. Memorabile un intervento di Bernini a Montecitorio, in cui affermava che l'11 settembre è stato un «inside Job, un lavoro interno». La vecchia teoria del complotto sugli americani che si sarebbero fatti l'attentato da soli. Meno folcloristico, ma altrettanto preoccupante è il profilo di Gianluca Ferrara, senatore nella scorsa legislatura. La bussola dell'ex parlamentare è l'antiamericanismo spinto. Nel 2017 pubblicava su Facebook una foto con tutti gli ultimi presidenti degli Usa e li definiva «criminali» e «tra i peggiori terroristi che il mondo ha ospitato negli ultimi 100 anni». In quota ex parlamentari c'è Valentina Corneli, che nel 2019 era stata citata in giudizio da Giorgia Meloni perché aveva accostato l'attuale premier a Mafia Capitale. Ritentano anche gli ex sindaci di Bagheria e Ragusa Patrizio Cinque e Federico Piccitto. E poi gli outsider. Nel Nord Est scalpita Giacomo Zattini, 27enne portavoce di Fridays for Future Italia, la costola italiana del movimento ambientalista di Greta Thunberg. Nella stessa circoscrizione c'è il medico di origini libanesi Malak Mohamad Kamel, che sui social esprime tutta la sua ostilità contro lo Stato di Israele. Poche le donne. Ma in Calabria spuntano Monica Riccio e Gilda Immacolata Stelitano. Sessuologa la prima, scrittrice erotica la seconda. Esclusi dalle liste invece gli attivisti Lgbt Fabrizio Marrazzo e Marina Zela. I due, fondatori del Partito Gay, hanno fatto politica fuori dal M5s e non erano candidabili. Alcuni militanti Lgbt protestano e chiedono a Conte di riammetterli.

«Trovo singolare la pretesa di far candidare chi è stato ritenuto non papabile a causa della sua appartenenza ad un altro partito, in forza di un'incompatibilità prevista statutariamente», risponde al Giornale Lorenzo Borrè, avvocato «bestia nera» del M5s.

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