Cronaca nera

Evase col lenzuolo, il boss preso al ristorante

Raduano fuggì un anno fa dal carcere di massima sicurezza di Nuoro. Era a cena con una donna

Evase col lenzuolo, il boss preso al ristorante

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Era al ristorante, seduto a tavola mentre mangiava. In Corsica si godeva quella libertà che si era preso un anno fa fuggendo dal carcere di Nuoro con delle lenzuola annodate. E proprio quando meno se l'aspettava, il boss della mafia foggiana Marco Raduano si è ritrovato davanti agli occhi i carabinieri del Ros.

Il gruppo operativo speciale - lo stesso che nel gennaio del 2023 ha catturato il lider maximo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro - ha arrestato con la gendarmeria francese il latitante 40enne a Bastia dopo mesi di indagini sofisticate. Nulla doveva essere lasciato al caso e l'operazione doveva partire all'unisono: così martedì scorso i Ros, insieme alla Guardia Civil Spagnola, hanno rintracciato e arrestato in un piccolo centro vicino Granada il braccio destro di Raduano, Gianluigi Troiano. E poche ore dopo è toccato al boss nell'isola francese. Entrambi si muovevano sereni e spensierati in giro per l'Europa con documenti italiani falsificati. Raduano - che il 24 febbraio di un anno fa era riuscito a calarsi dal muro di cinta del penitenziario di alta sicurezza di Badu e Carros - ora si sentiva onnipotente. D'altronde a Vieste la sua fuga fu festeggiata dalla mala garganica con tanto di fuochi d'artificio. Si riteneva ancora il boss - titolo che gli è costato condanne da scontare fino al 2046: imputato per l'omicidio di Giuseppe Silvestri nel marzo del 2017 e di Omar Trotta nel luglio dello stesso anno (per il quale è imputato in concorso anche Gianluigi Troiano), il 30enne pugliese era stato condannato ad altri 19 anni proprio tre settimane prima della fuga. Anche il secondo arrestato, il braccio operativo Troiano, era evaso ma nel settembre del 2021. Fece perdere le proprie tracce scappando dagli arresti domiciliari che stava scontando a Campomarino, in provincia di Campobasso. E ora rimarrà in carcere per 9 anni e 2 mesi. «Un altro duro colpo è stato inferto alla criminalità organizzata», ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Ma la caccia non finisce qui, perché i carabinieri vogliono intercettare la rete dei fiancheggiatori che ha permesso la loro latitanza.

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