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Ferie da stacanovisti

Il 65% degli italiani risponde a telefonate e mail di lavoro anche in vacanza, e l'80% lo fa "per libera scelta". In Europa? Connesso meno di uno su due

Ferie da stacanovisti

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Sognano l'agognato momento delle ferie per un anno intero, organizzando le proprie vacanze nel dettaglio in un conto alla rovescia che prelude al riposo. Eppure, una volta fuori dall'ufficio, gli italiani si confermano i più stakanovisti di tutta l'Europa.

A provarlo è uno studio condotto da Vamonos vacanze, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo. Dall'indagine emerge che il 65% dei connazionali risponde a telefonate e email di lavoro durante le ferie. Abitudine che il 76% degli italiani conserva, fuori dagli orari di ufficio, anche durante il resto dell'anno. La media europea di chi non stacca in ferie si ferma al 48%, salendo al 69% nel caso di chi controlla le comunicazioni oltre gli orari di lavoro. Insomma, nel Belpaese mettersi davvero in vacanza, interrompendo qualunque rapporto con gli impegni professionali, sembra quasi impossibile. E non sempre per colpa dei datori di lavoro. Fra chi durante le ferie decide di rimanere connesso, l'80% dichiara infatti di farlo in totale libertà, ovvero senza alcuna pressione da parte dei propri superiori. Anche se, almeno secondo l'indagine, «sempre più spesso sono le aziende ad aspettarsi che i dipendenti lavorino al di fuori dell'orario formale, rimanendo disponibili a rispondere ai messaggi anche durante il tempo libero, con aspettative che sono maggiori per gli uomini (53%) rispetto alle donne (49%) e per i dipendenti junior fino ai 45 anni (65%) rispetto ai senior di 46 anni e oltre (32%).

Un rovescio positivo della medaglia comunque c'è: che siano stakanovisti o meno gli italiani non rinunciano a viaggiare. «Nonostante l'impatto sul budget dovuto all'inflazione e in particolare all'aumento del prezzo della benzina, non si arresta il desiderio di partire», commentano gli specialisti di Vamonos-vacanze.it. Secondo quanto rilevato dalla piattaforma, il 54% dei vacanzieri sta investendo più risorse rispetto all'estate 2022: il dieci per cento spende molto di più, il 44% solo qualcosa in più. E per compensare, almeno in parte, i rincari il 62% sta riducendo comunque a un massimo di otto giorni la durata delle ferie. «L'inflazione reale nel comparto delle vacanze si traduce in rincari medi del 22% sui prezzi dell'anno precedente», spiegano dal portale.

Ma le occasioni di risparmio non mancano. In Sicilia, per esempio, la proposta del portale parte da 899 euro a Capo Calavà, in un resort sulla costa tirrenica messinese da dove si può partire in escursione in barca alle isole Eolie, visitare Panarea, e poi emozionarsi assistendo dal mare all'eruzione di Stromboli. Oppure passeggiare e perdersi per le stradine di Taormina, tuffarsi nelle acque cristalline di Mongiove e della baia di Tindari. Per 1.099 euro si può invece optare per sette notti a San Teodoro (Sardegna) in un resort a pochi passi da cala Brandinichi. Fra le proposte c'è anche una settimana a Pugnochiuso (Puglia) a partire da 1.029 euro. «Qui il resort è posto al centro di una vera oasi naturale dove ci si sveglia con il cinguettio degli uccellini e di notte si intravedono i simpatici mufloni che scorrazzano nella pineta secolare concludono dal portale -.

I più audaci potranno raggiungere la grotta dell'Amore con una canoa o un pedalò e fare poi il bagno in un'oasi deserta, oppure rilassarsi sulla spiaggia, sita in una baia privata dove abbronzarsi e fare nuove amicizie sotto l'ombrellone».

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