Cronaca locale

Fidanzati trovati morti in auto, uccisi dal gas

I giovani si erano appartati nel box di lui lasciando la macchina accesa per scaldarsi. L'allarme del padre

Fidanzati trovati morti in auto, uccisi dal gas

Ascolta ora: "Fidanzati trovati morti in auto, uccisi dal gas"

Fidanzati trovati morti in auto, uccisi dal gas

00:00 / 00:00
100 %

Li hanno trovati senza vita, uno accanto all'altro, svestiti, in una macchina parcheggiata in un garage condominiale, nel rione Kennedy di Secondigliano, nella periferia nord di Napoli. Il ragazzo, Vincenzo Nocerino, 24 anni, era uno studente universitario napoletano residente nel quartiere. La sua fidanzata, Vida Shahvalad, 20 anni, una studentessa di origine iraniana domiciliata nel capoluogo campano.

Quasi certamente sono morti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio sprigionate dall'auto del 24enne. Anche se gli investigatori non hanno ancora escluso alcuna ipotesi, è probabile che i due giovani si sarebbero appartati lasciando incautamente il motore acceso: i fumi sprigionati dal tubo di scappamento dell'auto li avrebbero lentamente uccisi. A scoprire i due cadaveri, ieri mattina, in traversa Fossa del Lupo, è stato il padre di Vincenzo, che sotto choc ha subito dato l'allarme. Purtroppo il personale del 118 ha potuto solamente constatare il decesso dei due giovani. La Procura ha aperto un'inchiesta e, dopo un primo esame esterno delle salme, adesso il pm darà incarico al medico legale di effettuare l'autopsia per confermare le cause del decesso. Anche se gli inquirenti sono convinti che si sia trattato di una tragedia, vogliono effettuare tutti gli accertamenti per escludere definitivamente moventi criminali o gesti estremi ipotizzati in un primo momento ma subito accantonati.

Il ragazzo aveva chiesto in prestito l'auto al padre per uscire con la fidanzata. A fine serata i due avrebbero cercato un luogo appartato per trascorre la notte in intimità e, probabilmente per scaldarsi, avrebbero lasciato il motore acceso senza rendersi conto che i gas di scarico, non trovando uno sbocco d'aria in cui disperdersi, stavano saturando l'ambiente insinuandosi nell'abitacolo. L'esposizione eccessiva al monossido di carbonio avrebbe provocato la loro perdita di coscienza. E, in breve tempo, la morte. Ieri il papà del ragazzo è sceso nel box e ha scoperto la tragedia. Sembra che l'automobile avesse le chiavi ancora inserite nel quadro e il motore acceso. I carabinieri della stazione di Secondigliano intervenuti rapidamente sul posto non escludono tuttavia che a esalare il monossido di carbonio che ha saturato l'ambiente, chiuso e senza aerazione, provocando il decesso dei due giovanissimi per avvelenamento, possa essere stato un diverso elettrodomestico, forse una stufetta.

I due avrebbero preso sonno in auto e sarebbero morti dormendo, senza accorgersene.

Commenti