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Frase choc dell'albergatore: "Fuori gli ebrei dal mio hotel"

I commenti antisemiti di un imprenditore bergamasco sui social. Poi una mezza retromarcia: "Una provocazione"

Frase choc dell'albergatore: "Fuori gli ebrei dal mio hotel"

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«Io ho un albergo e nel mio piccolo ho bandito per gli ebrei dal venire bloccandogli le prenotazioni». L'italiano è quello che è, da cinque meno meno in terza elementare, ma le idee sono chiare. Paolo Maddaloni, imprenditore in quel di Bergamo, il suo antisemitismo di rito alberghiero lo declina a modo suo. Sbattendo gli ebrei fuori dal suo quattro stelle. Che poi sia una minaccia o realtà è in fondo trascurabile. A volte è l'intenzione a contare.

Maddaloni è uno dei soci dell'hotel Le Funi in via San Vigilio, un quattro stelle piuttosto elegante a Bergamo Alta. Giovedì è entrato a gamba tesa in un dibattito sulla pagina Instagram del Giornale.it, inserendosi nei commenti a un pezzo così titolato: «Tajani: Nessuno pensi di cancellare Israele. Un'escalation è dannosa per tutti». Maddaloni però Israele lo vorrebbe cancellare eccome. E ci tiene a farlo sapere. In un botta e risposta con l'utente cesclap, si avventura in una rozza analisi geopolitica e sentenzia: «Israele è un tratto di penna fatto da politici criminali ed assassini che non dovrebbero esistere! Palestina libera dagli occupanti». E quando l'interlocutore gli fa notare che «gli ebrei sono lì da millenni» e che quindi «conviene accettare il fatto che Israele esiste», lui non ci vede più ed espone la sua personale fatwah contro i clienti ebrei, motivandola così: «Gesù gli ebrei l'hanno ucciso! Come stanno facendo con i bambini di Gaza! Una cosa indescrivibile! Siate seri, ammesso che 2000 anni fa ci fossero gli ebrei, non si torna a rompere i co... e ad uccidere la gente! Il mondo è in pericolo da sempre per colpa degli ebrei». Tesi deliranti e grammaticalmente zoppicanti, ma purtroppo le idee non sono un reato e nemmeno gli scempi dell'italiano. Lo è la discriminazione di tipo religioso in un pubblico esercizio. Annuncia cesclap: «Domani segnalo questo post a Federalberghi e vediamo che cosa hanno da dire. E all'ente del turismo di Bergamo». A quel punto maddaloni.paolo deve aver capito di averla fatta grossa. Dopo poche ore il suo commento sparisce, e quando la vicenda rimbalza sugli organi di stampa locali torna a intervenire per spiegare il suo pensiero, classico caso di toppa perggiore del buco. «Ribadisco, io non sono antisemita - scrive - ma non posso tollerare corpi straziati di bambini! Credo che gli israeliani siano un popolo sull'orlo di una crisi di nervi perché non potranno far finta davanti al mondo o di nascondere che hanno cercato di sterminare un intero popolo». E quando cesclap torna a ricordargli la sua frase antisemita, lui taglia corto: «Gli israeliani non si possono criticare perché ogni volta che lo si fa tirano fuori l'olocausto». Comunque «se ho usato termini sbagliati me ne dispiaccio».

In precedenza Maddaloni aveva spiegato al Corriere di Bergamo che la sua frase era stata «una provocazione», il vero passepartout degli avventati pentiti. Lui non ha davvero intenzione di chiudere le porte del suo hotel agli ebrei, «anche stasera deve arrivarne uno». Una frase che assomiglia maledettamente all'«ho anche amici gay» pronunciato da un omofobo.

La sparata di Maddaloni in realtà imbarazza i soci della San Vigilio 1 srl, la società che amministra l'hotel Le Funi. L'amministratore delegato Giovanni Rinaldi si trova costretto a intervenire parlando di «vibrante sconcerto» per le «affermazioni dal sen sfuggite». Rinaldi sottolinea che Maddaloni «ha ovviamente parlato unicamente a titolo personale» e lo accusa anche di «aver millantato ruoli che in realtà non riveste». Non è il proprietario bensì «uno dei soci della società e rappresentante legale».

La società potrebbe intraprendere azioni legali contro di lui.

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