Guerra in Israele

Tradimento dell'America. Hamas ride

Non è vero che niente è cambiato nella politica americana

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Non è vero che niente è cambiato nella politica americana: Biden dopo il 7 ottobre si era reso conto che l'attacco a Israele era un attacco alla sua esistenza e alla civiltà, che le atrocità compiute non potevano altro che essere controbattute con l'eliminazione del criminale terrorista. Adesso, all'Onu gli Usa hanno pugnalato Israele mentre è in guerra, mentre nel mondo la tempesta antisemita impazza. Non ci sono più freni, chiunque ora può chiedere a Israele di preservare Rafah in nome della legalità internazionale, Hamas e l'Iran sono contentissimi dell'accaduto, la Russia gli sta dietro, e anche questo è un bizzarro risultato per la politica americana. Prima di tutto, una risoluzione per la quale Hamas si entusiasma non può essere buona e Biden non dovrebbe essere giunto a quel punto di cinismo politico anche se ha le elezioni. Invece Ismail Hanyeh, travestito da diplomatico, è andato a Teheran con il capo della Jihad Islamica. Riaggiustano la strategia: si rafforza l'asse del male e si discute della prossima mossa. L'America sembra aver perso il senno: a Parigi, al Cairo, a Doha era l'apostolo della liberazione degli ostaggi. Adesso a causa della sua mossa, Hamas un minuto dopo ha dichiarato chiuso lo scambio: che bisogno c'è di scambiare se si può avere la tregua gratis? L'Onu impone di bloccare la guerra per il Ramadan e si dimentica che le due settimane in gioco sono ben meno delle sei che Israele aveva già stabilito di concedere in cambio di 40 ostaggi, con l'aggiunta di 500 prigionieri jihadisti. Già, ma quelle sei settimane prevedevano un contraccambio, su cui peraltro si era impegnata l'America. E ora tutto il suo lavoro cade: il documento prevede tregua immediata e solo la generica liberazione degli ostaggi, sconnessa dal cessate il fuoco. Curioso, visto che l'accordo era già quasi raggiunto. Ed ecco invece che gli Usa si giocano tutto per bloccare sulla linea di Kamala Harris, che ritiene «una cattiva idea» entrare a Rafah. Strano anche questo: gli Usa aspettavano a Washington i due ministri di Netanyahu proprio per discutere come entrare a Rafah e come limitare il problema umanitario nella zona: gli Usa votando la risoluzione hanno imposto il cessate il fuoco disconnettendolo dagli ostaggi. Risultato: la disperazione delle famiglie dei 134 miseri, infelici, violentati innocenti che nelle gallerie sono la ricchezza di Sinwar. Altro risultato: Hamas è felice.

Un altro ancora: l'Occidente va in pezzi.

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