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Germania, bastonata alla Cdu. Il dopo-Merkel è un'incognita

Colpito da due scandali in due settimane, il partito della cancelliera precipita ai minimi in due Laender

Germania, bastonata alla Cdu. Il dopo-Merkel è un'incognita

Una bastonata alla Cdu. L'apertura delle urne elettorali in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato confermano, peggiorandole, le previsioni dei sondaggi negli ultimi giorni. Gli elettori dei due Länder occidentali hanno punito il partito di Angela Merkel colpito da due scandali nelle ultime due settimane, precipitandolo al livello di voti più basso mai registrato nelle due regioni.

Al Parlamento di Stoccarda, la benestante capitale dell'auto tedesca, il partito cristiano democratico perde quattro punti e scende al 23%. Più a nord, a Magonza, la batosta è ancora più forte, con la Cdu avvistata attorno al 26%, sotto di quasi 6 punti rispetto al 2016. Fra i primi chiamati in tv a commentare la débâcle elettorale, Michael Kreschmer, premier della Sassonia e membro della direzione del partito, ha spiegato che «è normale che gli elettori siano arrabbiati».

Tre deputati nazionali sono rimasti invischiati in poco edificanti vicende di commissioni e mazzette: due di loro avrebbero lucrato su commesse per mascherine antivirus e un terzo si sarebbe fatto corrompere da investitori azeri per farsi usare come un lobbista qualunque. Kretschmer ha anche aggiunto che si tratta di «due risultati regionali» ma la sua analisi sulla rabbia degli elettori è certamente più corretta.

La Cdu ha preso una sberla in RP, dove è all'opposizione di un governo guidato dalla socialdemocratica Malu Dreyer assieme a Verdi e Liberali (coalizione «semaforo») ma ha perso anche in BW dove sostiene il governo verde-nero di Winfried Kretschmann. Il premier ecologista e la sua formazione sono i veri vincitori di questa tornata elettorale: i Grünen di Stoccarda crescono elettoralmente per la terza volta consecutiva, passando dal 24% del 2011, al 30,3% del 2016 e sfiorando il 32,3% a questo giro. Kretschmann mette quindi il cappello sul terzo mandato da governatore. Starà a lui decidere se ripetere l'esperienza dell'alleanza verde-nera (detta «kiwi») oppure se aprire allo scenario semaforo come si accinge a fare Malu Dreyer a Magonza. La Spd della governatrice uscente si è confermata primo partito nel Land pur perdendo un punto e mezzo, mentre anche nel Land RP i Verdi crescono da 5 a 8 punti. Radiosi i co-leader nazionali del partito, Robert Habeck e Annalena Baerbock: «Consideriamo questo successo vento in poppa in vista della vittoria a livello federale» (in Germania si vota a fine settembre). Delle difficoltà della Cdu non approfittano invece i sovranisti di AfD che perdono oltre tre punti a Stoccarda e 2,2 a Magonza, pur restando terzo partito in entrambe le assemblee regionali. Al contrario intercettano lo scontento dei moderati i Liberali, che si rafforzano nelle due regioni.

Da mesi la Germania si vede guidata nel futuro prossimo dalla Cdu assieme agli ecologisti. Questa sera l'ottima affermazione dei Verdi, la stabilità relativa della Spd e la crescita dei Liberali ha fatto immaginare uno scenario alternativo: un'alleanza verde-rosso-gialla su scala federale. Se la Spd si è subito detta tentata, Habeck e Baerbock hanno ricordato che, più che ai colori, i Verdi puntano a governare con chi si impegnerà per clima e ambiente. Il voto non sembra destinato a rafforzare la leadership di Armin Laschet, il governatore del Nord Reno-Vestfalia da poco eletto alla guida della Cdu nazionale. Laschet punta a diventare il candidato cancelliere del dopo-Merkel ma sulla sua strada troverà il governatore bavarese Markus Söder.

Dismessi da mesi i panni da sovranista regionale, Söder ha incentrato la sua agenda di governo su digitalizzazione, crescita sostenibile e protezione ambientale.

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