Guerra in Ucraina

Allarme sfollati: potrebbero diventare 4 milioni

L'Onu cerca di dare una stima all'esodo della guerra: "Circa 200mila rifugiati ucraini hanno varcato i confini con i Paesi vicini, la metà dei quali in Polonia, ma la situazione militare rende difficile stimare i numeri e fornire aiuti"

Già 200mila gli sfollati oltre confine ma potrebbero diventare 4 milioni: "Spaventati da quello che verrà"

L'Onu cerca di dare una stima all'esodo della guerra: «Circa 200mila rifugiati ucraini hanno varcato i confini con i Paesi vicini, la metà dei quali in Polonia, ma la situazione militare rende difficile stimare i numeri e fornire aiuti», dice l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. Dall'Unhcr anche la portavoce per l'Italia Carlotta Sami parla di «4 milioni di civili» potenzialmente in fuga. Le Nazioni Unite sottolineano anche che «l'accoglienza che stanno ricevendo dalle comunità locali, dalle autorità locali, è straordinaria. Ma è una situazione dinamica. Siamo davvero piuttosto devastati, ovviamente, per ciò che verrà». Si fugge verso tutte le direzioni possibili: Polonia, Moldavia, ma anche Romania, Slovacchia e Ungheria. «Tutte le persone che conosco in fuga da Kiev e da altre città stanno facendo come me - ci dice Andrej dal confine polacco - portiamo le famiglie al sicuro e torniamo a combattere per difendere il nostro Paese. Ci siamo addestrati per questo nelle scorse settimane». Il problema di chi non riesce a fuggire è la benzina. C'è poi il traffico paralizzato. Ci sono 15 chilometri di coda alla frontiera polacca, per chi è riuscito a partire in auto. Lungo il villaggio di confine di Medyka, nel Sud-Est della Polonia, sono stati allestiti nove campi per fornire cibo e assistenza sanitaria. Il 90% di queste persone, riferisce il ministero dell'Interno, vuole raggiungere familiari e amici stabiliti da tempo in Polonia, dove vivono circa 1,5 milione di ucraini su una popolazione totale di 38 milioni. È stato predisposto dalle autorità anche un treno ambulanza a 30 km di auto dall'Ucraina, perché se fosse necessario raggiungerà la città ucraina confinante di Mostyska per prelevare feriti e trasportarli fino a Varsavia.

Pressione in aumento anche in Romania al valico di frontiera di Porubne-Siret, dove si stanno allestendo 39 centri di accoglienza per 7mila persone. Secondo il ministero dell'Interno slovacco, nelle ultime 24 ore sono arrivate in Slovacchia oltre 10mila persone. Alcune decine di persone sono arrivate in Germania e potrebbero raggiungere l'Italia e altri Stati europei. Numeri, in rapido aumento, a cui si aggiungono oltre 100mila sfollati interni, che si trovano ancora sul territorio ucraino.

La Caritas teme la «catastrofe umanitaria» e «sempre più vittime civili. Sono già centinaia di migliaia sfollati e rifugiati nei Paesi limitrofi». È molto difficile «l'opera di soccorso. Si stanno distribuendo generi alimentari, prodotti per l'igiene, acqua potabile, e prodotti per il riscaldamento, si sta fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, assistenza alle persone anziane rimaste sole e accoglienza». L'attenzione è ora sui vulnerabili, sulle migliaia di bambini degli orfanotrofi, delle strutture per disabili, delle case famiglia. La Caritas e le associazioni sono impegnate in uno sforzo enorme per evacuare i minori verso i confini. Ma di molti che erano ospitati in alcune strutture nell'Est dell'Ucraina non si hanno notizie da più 24 ore. Si fugge anche da Leopoli, spiega Don Chaban, salesiano, dopo la notte passata nel rifugio con i 65 bambini che ospita nella casa famiglia: «È terribile, hanno paura abbiamo trascorso la notte sottoterra». «Stiamo cercando di mettere in salvo tutti i bambini, non tutti hanno i passaporti per passare la frontiera», ci dice una volontaria di un istituto fuori Kiev. Ci sono anche ragazzi disabili per cui è difficile anche spostarsi dalle stanze ai bunker sotterranei per proteggersi dai bombardamenti. Hanno urgente necessità di essere evacuati dal Paese. Gli enti autorizzati del «Network for adoption» hanno lanciato un appello per chiedere subito un corridoio umanitario che porti in salvo i minori soli.

Si rivolgono al governo, al Papa, alla ministra Elena Bonetti presidente del Cai, Comitato Adozioni Internazionali: «Bambini e bambine orfani devono essere evacuati al più presto dagli Istituti dell'Ucraina e ospitati con accoglienza temporanea. Chiediamo strade, percorsi e modalità per mettere in salvo i bambini ucraini.

È una forma di affido internazionale per tutelare subito i minori in situazione di emergenza».

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