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Il governo dimezza lo sciopero anti-ferie con la precettazione

Ordinanza di Salvini contro la protesta. "Non lascio gli italiani a piedi a luglio"

Il governo dimezza lo sciopero anti-ferie con la precettazione

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Lo sciopero del personale di Italo e Trenitalia è confermato ma Matteo Salvini ha firmato un'ordinanza che dimezza gli orari dello stop. La giornata di ieri è iniziata con un tentativo di mediazione del vicepremier e titolare del dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Ma i sindacati hanno risposto picche. «Il ministro ci ha chiesto se c'erano le condizioni per rinunciare allo sciopero, oggettivamente le condizioni non c'erano perché c'è un tempo per tutto e non si può pensare che lo sciopero venga disdetto poche ore prima che inizi», ha commentato, subito dopo il summit al Mit, Eugenio Stanziale, della Cgil. Ma il ministro e segretario del Carroccio ha deciso di precettare, dopo una valutazione richiesta anche dal Garante, riducendo gli orari di stop previsti. E così lo sciopero terminerà oggi alle 15. Il risultato della linea dura dei sindacati sarebbe stato questo: la partenza di un treno ogni tre fino alla 2 della prossima nottata. Il tutto in combinato disposto con il blocco dell'handling (tutti i servizi a terra per i voli) che è previsto invece per dopodomani e che è stato a sua volta confermato. E con le temperature che stanno accompagnando le giornate degli italiani e dei turisti, in funzione pure delle vacanze già programmate dal o per il prossimo fine settimana. Molti i placet diretti a Salvini per la mossa dell'apertura delle trattative. Per esempio quello del Codacons, ma pure l'Ugl ha apprezzato la convocazione del tavolo.

Già ieri il vicepremier aveva parlato di «intervento diretto» per scongiurare una due giorni che avrebbe potuto mettere in ginocchio l'Italia. Del resto i toni che hanno accompagnato la giornata di ieri non erano certo stati di apertura. Per la Uil, la radice della mobilitazione è nel comportamento delle aziende. Lo sciopero «è da ascrivere totalmente al comportamento delle aziende, sia Trenitalia sia Italo. In questi mesi non è stato fatto nulla di concreto per rispondere alle esigenze dei lavoratori», ha commentato Roberto Napoleoni, segretario nazionale della Uil trasporti. «Non si può mettere il sindacato spalle al muro a 10 ore dallo sciopero e chiedere di rinviarlo quando tutto è stato fatto secondo le regole e secondo quanto prevede la legge», ha insistito Gaetano Riccio, della Cisl. Al netto delle motivazioni, le prossime 36 ore si sarebbero trasformate in un incubo di disservizi. E il vice della Meloni ha preso la situazione in mano: «Lasciare a piedi un milione di italiani, un giovedì di luglio, con temperature fino a trentacinque gradi era impensabile», ha dichiarato Salvini dopo la decisione. Il vicepremier ha poi assicurato impegno per i lavoratori dei comparti in protesta. Gli stessi che aspettano il rinnovo del contratto da sei anni (e dunque da ben prima che arrivasse il governo Meloni, con responsabilità piene delle forze oggi in minoranza). Le «trattative sindacali» - si legge in una nota del Mit - riprenderanno nell'immediato. La Cgil ha commentato parlando di una decisione «illegittima e sbagliata».

La stessa Cgil che, con al governo l'amico Conte, non è riuscita a rinnovare i contratti.

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