Dopo le "mancette" di Conte, il governo ora premia davvero medici e infermieri
8 Novembre 2021 - 11:45Dopo le mancette di Conte ora il consiglio dei ministri intende riconoscere il lavoro del personale impiegato nei reparti d'emergenza, a fronteggiare il Covid ma non solo
Il governo tende la mano al personale sanitario impiegato nei Pronto soccorso, stanziando 90 milioni di euro come indennità accessoria da distribuire nei contratti di medici, infermieri e chiunque lavori nei reparti di emergenza ospedalieri.
Con una voce inserita in Manovra Draghi vorrebbe provare a far fronte alla fuga di personale nei Ps (mancano 4mila medici e almeno 10mila infermieri; oltre al fatto che quasi la metà dei posti di specializzazione quest'anno sono rimasti vuoti), e oltre all'indennità vorrebbe prorogare fino al 30 giugno 2022 delle Unità speciali di continuità assistenziale istituite nel marzo 2020 per assistere a domicilio i malati di Covid, ospedalizzando, precocemente ed esclusivamente, i casi gravi.
La misura, contenuta nella Legge di Bilancio, prevede che "nell’ambito dei rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro è definita, nei limiti degli importi annui lordi di 27 mln di euro per la dirigenza medica e di 63 mln per il personale del comparto, una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere in ragione dell’effettiva presenza in servizio con decorrenza dal 1 gennaio 2022".
Il segnale è abbastanza chiaro: l'emergenza pandemica ha costretto il personale sanitario a lavorare sotto uno stress immane. Ma a quasi due anni di distanza dalla primavera 2020, pur con l'introduzione dei vaccini, con le misure di contenimento del virus etc., la pressione sul Sistema Sanitario non si è attenuata. Perché oltre al Covid c'è molto altro. Ci sono le emergenze quotidiane, i processi terapeutici rimasti indietro, gli ammalati durante e post pandemia che magari hanno ricevuto un'assistenza mutilata. E poi ci sono i nervi alle stelle dei cittadini. Non a caso sono aumentate le aggressioni al personale sanitario da parte di pazienti o familiari dei pazienti. Insomma, lavorare nei reparti d'emergenza è più pericoloso, più stancante, più intenso in termini di ore.
Dal 1 gennaio, allora, il personale che resterà impiegato nei reparti più delicati, verrà premiato (27 milioni per i 10 mila medici, 63 milioni per i 25 mila infermieri). Soldi da prelevare dal Fondo sanitario, rimpinguato di 2 miliardi all'anno fino al 2025, e affidati ovviamente alle Regioni che dovranno destinare quella quota per la nuova indennità.
A spingere per l'introduzione dell'indennità pare sia stato il Ministro Roberto Speranza. Lo stesso, però, che durante il Conte-bis e quindi nei primi mesi di pandemia venne accusato dal personale sanitario di aver abbandonato i medici e gli infermieri. Nel Decreto rilancio del 2020, infatti, venne introdotto un bonus fino a 2000 euro lordi per il personale impiegato nelle terapie intensive, quelle più colpite dalla lotta al Covid. Mentre nella Legge di bilancio per il 2021, sempre firmata dal Conte-bis, venne stanziato 1 miliardo extra per il fondo sanitario e annunciati sostegni alle indennità contrattuali degli "eroi col camice", e la conferma anche per il 2021 di 30mila fra medici e infermieri assunti a tempo determinato per l'emergenza.
A fine anno, però, dal NurSind, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, erano piovute critiche contro la narrazione di Conte e Speranza, che raccontava delle incongruenze con la realtà. A fronte di un aumento delle indennità promesse, invece, per i medici era arrivato a gennaio 2021 un aumento di 300 euro lordi, e per gli infermieri di appena 70 euro lordi. Senza differenziare granché, tra l'altro, i reparti di occupazione (le professioni sanitarie non impiegate in "prima linea" avevano ricevuto un +57 euro lordo, appena una dozzina di euro in meno rispetto a chi rischia parecchio di più).
Da quella mancetta ora si passerà ad un riconoscimento ad hoc proprio per il personale più sotto pressione, quello dei reparti d'emergenza. E che sia arrivato in un momento in cui la situazione nelle terapie intensive sembra ancora sotto controllo sta a significare che forse, finalmente, si inizierà a porre l'accento sulla Sanità "altra" rispetto al Covid.
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