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Grillo senza rete: ora rinnega il web

La capriola del fondatore del partito on line e delle parlamentarie: "Lusso è essere disconnessi"

Grillo senza rete: ora rinnega il web

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Tenetevi ben stretti ai seggiolini, perché state per salire su un ottovolante che farà un giro della morte politico e intellettuale di maiuscole dimensioni. Beppe Grillo (foto) l'uomo che grazie a Internet è passato da capocomico a capopopolo, che ha usato la rete come una catapulta per spedire centinaia di improvvisati in Parlamento e terremotare la democrazia nostrana, ora ha invertito la rotta e suggerisce a tutti noi di abbandonare il web: perché il vero lusso è essere offline, disconnessi. E, come è logico e assolutamente grilliano, quindi all'acme dell'incoerenza, lo fa dal suo blog. Cioè on line.

«Le persone sono sempre connesse e ogni giorno sembra che ci siano meno posti in cui si può davvero disconnettersi ed essere soli. Tutta questa connettività non ha migliorato affatto la comunicazione tra le persone. Sembra che più ci scambiamo messaggi, più diventano banali le nostre interazioni», si legge sul sito personale del fondatore del M5s. E ci sovvengono le tante banalità espettorate dal grillismo in tutti questi anni di politica ruggente nel nome del dio web: il partito nato dalla rete, il potere ai cittadini, la disintermediazione della rappresentanza, la democrazia come sistema operativo, la piattaforma Rousseau, i referendum e le parlamentarie on line con i loro dubbi risultati. Tutti sogni sognati sul precipizio degli incubi. Basti ricordare i video fantascientifici, distopici e inquietanti come Prometeus (2007) e Gaia (2008), nei quali si profetizzava un futuro completamente gestito dalle reti e quindi libero. Ma andiamo oltre. «C'è un gruppo crescente di persone che vogliono staccare la spina di tanto in tanto, che scelgono di disconnettersi e sono disposti a pagare un prezzo elevato per questa libertà da Internet - prosegue il comico genovese -. Per questo nel mondo stanno nascendo sempre più hotel Digital Detox, senza il wifi». Tutto vero e tutto ragionevole. Ma impressiona che a dirlo sia proprio chi per anni ha concionato di democrazia diretta e digitale, chi ha sostenuto che attraverso le nuove tecnologie l'uomo si sarebbe affrancato dai limiti della politica tradizionale e avrebbe raggiunto un sol dell'avvenire che adesso viene dipinto come un girone infernale.

Un indietro tutta che sembra un autodafé tardivo agli ultimi 14 anni del movimento politico da lui fondato, ma anche uno stratagemma spuntato per dare la colpa alla tecnologia e non al progetto. Se il grillismo è precipitato davanti al muro della realtà analogica non è colpa dell'infrastruttura digitale, ma dell'idea sbilenca già in partenza. Ma Grillo resta un (grande) comico, anche a sua insaputa. Anche involontariamente. Quindi quale sarebbe la soluzione a questa claustrofobia da web? Una delle strade indicate dall'ormai ex guru è una app che ti suggerisce le zone dove non c'è segnale e quindi si può sfuggire alla dittatura di internet. Una app. Online. Insomma per scappare dalla rete serve comunque la rete. Tutto torna. Il cortocircuito è totale.

D'altronde sono passati poco più di vent'anni da quando Grillo - allora luddista e antimodernista, prima dell'incontro fulminante con Casaleggio -, spaccava i computer sui palchi dei suoi show-sermoni. Ecco: ora ha capito che dal 2000 a oggi ha preso solo un grande abbaglio.

Il problema non da poco è che nel frattempo, dopo i pc, ha fracassato un Paese.

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